Donald Trump continua la battaglia contro i grandi atenei statunitensi: la sua amministrazione ha deciso di congelare 2,2 miliardi di dollari di fondi federali destinati ad Harvard. La decisione della Casa Bianca è arrivata dopo che l’università ha respinto una serie di richieste avanzate dallo staff trumpiano per contenere le proteste contro Israele nei campus. Una sorte toccata già alla Columbia, che si è vista decurtare 400 milioni di dollari per non essere riuscita a prevenire "proteste illegali", soprattutto quelle considerate antisemite.
La mossa del presidente degli Stati Uniti sembra confermare la volontà dell'attuale amministrazione di indebolire il settore dell'istruzione nel Paese. Le prime avvisaglie risalgono alla fine di marzo, quando l'inquilino della Casa Bianca aveva annunciato l'intenzione di chiudere - o almeno ridimensionare drasticamente - il Department of Education, il ministero dell'Istruzione del governo federale che, però, si occupa di impartire direttive su come far funzionare al meglio le scuole su tutto il territorio e di distribuire finanziamenti perché le sue indicazioni vengano applicate, mentre la gestione del sistema scolastico è di competenza dei singoli Stati.
"Harvard è solo una delle decine di università prese di mira dall'amministrazione Trump nelle ultime settimane. Il mese scorso, il Dipartimento dell'Istruzione ha inviato lettere a 60 università, tra cui Columbia, Northwestern, l'Università del Michigan e Tufts, minacciando azioni esecutive per il mancato rispetto delle disposizioni antidiscriminatorie del Civil Rights Act del 1964. L'amministrazione ha inoltre adottato l'ulteriore misura di congelare i finanziamenti per la ricerca in diverse istituzioni", ha denunciato The Harvard Gazette.
La posizione di Harvard
In una lettera indirizzata a studenti e personale, l'ateneo ha reso pubblica la propria opposizione alle modifiche proposte dall'amministrazione Trump, che riguardavano la governance interna, le pratiche di assunzione e le politiche di ammissione. "L'amministrazione Trump ha criticato la gestione da parte di Harvard delle proteste studentesche legate alla guerra di Gaza. Ha accusato l'università di non aver protetto adeguatamente gli studenti ebrei nel campus da discriminazioni e molestie antisemite, in violazione del Titolo VI del Civil Rights Act del 1964", si legge nella lettera. Il rettore dell'ateneo del Massachusetts, Alan Garber, ha sottolineato "che Harvard rimane impegnata a combattere l'antisemitismo e ha anche illustrato una serie di misure implementate nel campus negli ultimi 15 mesi. Inoltre, ha affermato, l'Università ha rispettato la sentenza della Corte Suprema che ha posto fine alle ammissioni basate sulle etnie e si è impegnata ad ampliare la diversità intellettuale e di opinioni ad Harvard", ma gli obiettivi dell'università nella lotta all'antisemitismo "non saranno raggiunti con affermazioni di potere, svincolate dalla legge, per controllare l'insegnamento e l'apprendimento ad Harvard e dettare il nostro modo di operare".
"La dichiarazione di Harvard di oggi conferma una mentalità di pretesa preoccupante, ormai endemica nelle università e nei college più prestigiosi del Paese: l'idea che gli investimenti federali non implichino la responsabilità di rispettare le leggi sui diritti civili", ha affermato in una nota la Joint Task Force to Combat Anti-Semitism istituita da Trump. Secondo il rettore dell'ateneo, però, "nessun governo, a prescindere dal partito al potere, dovrebbe dettare cosa le università private possano insegnare, chi possano ammettere e assumere e quali aree di studio e ricerca possano perseguire".