E così anche Italdesign è stata venduta. La storica azienda automobilistica fondata da Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani nel 1968 per il progetto dell’Alfasud e protagonista della nascita di tanti modelli e prototipi, è finita nelle mani di una multinazionale indiana Ust che ha sede in California, fondata nel 1999 che conta oltre 30 mila dipendenti sparsi in più di 30 Paesi. 

Il costo dell’operazione, secondo alcuni esperti, dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 milioni di euro. In corsa per l’acquisto c’era, secondo voci accreditate e mai smentite, anche una cordata italiana composta da Cassa Depositi e Prestiti e gruppo Adler con l’ex amministratore delegato di Ferrari, Amedeo Felisa. Un altro simbolo dell’automotive mondiale che “trasloca” in India dopo Pininfarina acquistata da Mahindra e prima ancora Jaguar-Land Rover di proprietà Tata.

In realtà, Italdesign non era propriamente italiana già dal 25 maggio 2010 quando la Volkswagen ha acquisito il 90,1% del capitale, facendola finire sotto il controllo della Lamborghini, sussidiaria italiana di Audi. In seguito alla trattativa, la famiglia Giugiaro, aveva mantenuto il possesso del restante 9,9% del pacchetto azionario fino al 2 luglio 2015, quando poi ha deciso di cedere anche la rimanente quota. Ora, dunque, il controllo della proprietà esce dall’Europa e comincia una nuova fase. Cosa accadrà è ancora presto per dirlo anche se Geoffrey Bouquot, cto di Audi ha detto che “Ust è il partner ideale per rafforzare le solide basi di Italdesign e aprire nuove opportunità di mercato”.

Tra le dichiarazioni di rito c’è anche quella di Krishna Sudheendra, ceo di Ust che ha l’obiettivo di superare quest’anno i due miliardi di ricavi: “Italdesign ha plasmato il modo in cui il mondo vive la mobilità, e la sua eredità di eccellenza nel design ha impatto a livello globale. Il nostro ruolo è sostenere la visione di Italdesign, onorarne l'eredità e portare nuove capacità che aiutino il team a crescere ulteriormente”.