Mobilità
9 settembre, 2025Merz: "Abbiamo bisogno di maggiore flessibilità". Gli fa eco la presidente dell'Organizzazione delle industrie automobilistiche tedesche (Vda), Hildegard Mueller: “Quando sono stati fissati gli obiettivi, il mondo era diverso"
In due dichiarazioni rilasciate in apertura del Salone di Monaco è riassunta l’insostenibile situazione dell’intero comparto automotive. La prima è del cancelliere federale tedesco, Friedrich Merz: “L’impegno politico unilaterale a favore di determinate tecnologie è fondamentalmente la strada sbagliata. Abbiamo bisogno di maggiore flessibilità nella regolamentazione. Abbiamo bisogno di una regolamentazione europea intelligente, affidabile e flessibile”, aggiungendo che la Germania deve restare il Paese “che da forma alla trasformazione della mobilità e non è costretto a correre dietro gli altri”. Posizione politica, dunque, molto chiara.
Mueller (Vda): “Quando sono stati fissati gli obiettivi, il mondo era diverso”
Altrettanto dirette ed efficaci sono state le parole di Hildegard Mueller, la presidente dell'Organizzazione delle industrie automobilistiche tedesche (Vda): “Quando sono stati fissati gli obiettivi, il mondo era diverso. Negli ultimi anni sono cambiate molte cose a livello politico ed economico nell'Unione Europea. Chi si aggrappa a obiettivi irrealistici, chi non riconosce la realtà dei fatti, chi non vede che nel mondo esistono diverse opzioni tecnologiche che contribuiscono al successo, mette a rischio non solo la crescita, il benessere e i posti di lavoro in Europa e in Germania, ma anche la rilevanza europea e, alla fine, l'obiettivo della neutralità climatica”.
Weber (Ppe): “Abbiamo bisogno di una revisione del divieto sui motori a combustione interna”
La Germania, dunque, che non è proprio l’ultima delle forze europee, si è schierata. E se non bastassero le parole di Monaco ecco che da Strasburgo arrivano quelle del capogruppo del Ppe, Manfred Weber: “Uno degli aspetti chiave che dobbiamo raggiungere ora è la neutralità tecnologica. Ciò significa che abbiamo bisogno di una revisione del divieto sui motori a combustione interna, ci opporremo a questo approccio ideologico”.
Italia e Francia sulla stessa linea
Ma la Germania non è certo sola a chiedere un cambio di rotta europeo. C’è l’Italia e ultimamente molti dubbi arrivano anche dalla Francia che però in questo periodo, alle prese con la crisi di governo e le dimissioni di Bayrou, ha ben altri problemi da risolvere. Decisamente contrari sono anche Polonia e Bulgaria. A cui si aggiunge una larga fetta di costruttori europei che da tempo segnalano la necessità di rivedere i regolamenti.
Imparato (Stellantis): “Gli obiettivi al 2035 per le emissioni di CO2 oggi non sono più raggiungibili”
Sempre da Monaco arriva la dichiarazione di Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis: “Gli obiettivi al 2035 per le emissioni di CO2 oggi non sono più raggiungibili, a meno che non si ipotizzi un crollo del mercato di circa il 30% o dei dati finanziari di tutti i costruttori in Europa. Il mercato non è ancora pronto, il contesto economico non è ancora pronto, le infrastrutture di ricarica non sono ancora pronte e i prezzi non sono competitivi”. Più di così…
Basterà tutto per cambiare i piani dell’Europa per il 2035, anno in cui entrerà in vigore il divieto di vendere auto con il motore endotermico? A giorni, forse già venerdì 12 quando è in programma il Tavolo europeo per la transizione energetica, ci saranno le prime risposte.
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