Succede in Olanda, dove l'aiutante dell'omone barbuto che porta i doni è Zwarte Piet, un bianco, con il volto dipinto di nero e labbroni rosso fuoco. Una caricatura insomma, della popolazione nativa africana. Considerata oggi da molti paesi un vero oltraggio

Il 5 dicembre è per i bambini olandesi il più grande giorno di festa dell'anno: Sinterklaas, il Babbo Natale della tradizione locale, infatti, arriva a cavallo nei Paesi Bassi portando doni e dolciumi. Nelle città in festa, sfilano ovunque i costumi della maestosa e familiare figura barbuta con al seguito Zwarte Piet, il giovane servitore, vera e propria icona della cultura nazionale. Ma un dettaglio, rovina ormai da anni la festa dei colori, delle arance e dei sentimenti zuccherosi zwarte, in olandese, significa infatti "nero" e Zwarte Piet in realtà è un uomo bianco, con il volto dipinto di nero e labbroni rosso fuoco, cinica caricatura, di epoca coloniale, della popolazione nativa africana. Nulla quaestio finché l'Olanda era popolata esclusivamente di europei ma con la decolonizzazione e la massiccia immigrazione dalle ex colonie delle Antille e del Suriname, la storia è mutata: nel passaggio da sudditi di serie B dell'Impero a cittadini dei Paesi Bassi con pieni diritti, le minoranze etniche coloured hanno iniziato a farsi sentire: sono molte, infatti, le famiglie olandesi originarie delle ex-colonie o dell'Africa che il 5 dicembre tengono a casa i propri figli.

Se comunicare ai bambini che Babbo Natale non esiste è già un'impresa, figuriamoci spiegare loro perché il compagno di scuola bianco si colora di nero la pelle ma non viceversa. "Zwarte Piet è sporco di nero a causa del carbone dei camini, dove si intrufola per portare i doni" vorrebbe la versione politically correct adottata per la scuola multietnica del 2012 ma la verità la racconta sul Volkskrant, quotidiano di Amsterdam, Mardi Gras un illustre accademico della capitale "Dai canti di Natale che imparano oggi i bambini, sono sparite diverse strofe su Zwarte Piet. Una per esempio, la ricordo bene "...anche se ha la pelle nera come il carbone, ha un cuore grande come una casa...".

E se molti olandesi non vogliono sentir parlare della faccenda, ritenendola un pretestuoso oltraggio alle loro tradizioni culturali, il caso è già internazionale: in Canada, l'osservatorio contro il razzismo, ha imposto alla comunità olandese locale di rimuovere Zwarte Piet dalle celebrazioni mentre il Suriname, ai ferri corti con l'Aja fin dai tempi dell'indipendenza, si è spinto oltre, cancellando lo scorso anno la festa "razzista" di Sinterklaas.

A rincarare la dose è arrivato il governo di Curacao, nelle ex Indie-occidentali olandesi, che ha sospeso i fondi per l'annuale ricorrenza del 5 dicembre in segno di protesta contro la polizia olandese per l'arresto ed il pestaggio, oltreoceano, di due attivisti originari dell'isola e membri del movimento "Zwarte Piet is racisme" (Zwarte Piet è razzismo).

E il futuro del piccolo aiutante di Babbo Natale è ora a rischio anche in Olanda: Andree van Es, vicesindaco della città è il primo rappresentante istituzionale del paese ad essersi espresso per la defenestrazione di Zwart Piet dalle galleria degli eroi della tradizione del paese. La storia va avanti, avrebbe detto. E ora alla maggioranza olandese chi lo dice?

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