Gli analisti di Stratfor considerano la nostra una politica 'da barzelletta', a partire da Bossi e Berlusconi. E di quest'ultimo preoccupano i rapporti troppo stretti con Mosca. Ma non mancano giudizi severi verso Monti e Draghi




L'Italia vista dagli occhi di una azienda di spionaggio privato offre uno spettacolo deprimente. E le mail interne degli analisti di Stratfor, l'azienda statunitense di valutazione strategiche berlusconiane, ciniche con Monti e Draghi. Adesso i carteggi interni di Stratfor - oggetto due mesi fa di un attacco informatico da parte degli hacker di Anonymous - sono stati diffusi da WikiLeaks e pubblicati in esclusiva italiana da "l'Espresso" e "Repubblica".

Alle menti di Stratfor, che hanno criteri spesso simili a quelli delle agenzie internazionali di rating, non piace nemmeno il professor Mario Monti: "Di norma gli accademici non fanno molto bene nel mondo reale, mi fido molto di più dei banchieri". Ma nemmeno Mario Draghi, che è passato da Bankitalia alla Bce, sembra convincerli e nutrono maggiore fiducia nelle capacità di Giulio Tremonti.

Per il resto, gli anni del governo Berlusconi vedono l'Italia retrocessa a nazione da barzelletta, con un fiorire di battute sulle "Burlescone Orgy". Gli analisti commentano divertiti la presunta battuta sulla "Merkel culona? È puro spettacolo!". Stesso trattamento per le foto di Umberto Bossi con il medio alzato o per i progetti di Michela Brambilla di vigilare su come la stampa internazionale descrive l'Italia.

Tutte cose che però contribuiscono a mandare a picco la credibilità del Paese. Perché dietro Stratfor c'è una rete di informatori inseriti nei governi, nelle diplomazie e nell'intelligence. Anche un ambasciatore italiano alla guida di sedi africane di primo piano si presta a collaborare con loro. E la loro attenzione si concentra spesso sull'asse Eni-Gazprom: l'unico caso al mondo in cui il colosso del gas moscovita non si fa pagare per investire all'estero. Perché? "È una partnership squirrely". Ossia: "una strana coppia". Figlia di un rapporto Berlusconi-Putin che ha reso l'Italia "una dépendance russa", mentre la diplomazia personale di Berlusconi suscita scetticismo aperto. Quando il premier offre la mediazione tra Russia e Usa sullo scudo missilistico, scrivono: "E che diavolo farà l'Italia? Li ubriaca?".

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