In questi mesi stiamo sentendo parlare sempre più di "Pirati". Sono quelli di Salgari, di Stevenson o quelli della bandiera con il teschio del Settecento? No, l'espressione rinvia alla pirateria informatica e, dunque, a un mondo virtuale. Ma che cosa e quanto di quel mondo sta diventato reale, e che forme assume? Più precisamente, che cosa caratterizza il movimento dei Pirati, quali sono le sue dimensioni nei diversi Paesi europei, quali le prospettive di crescita e, ancora, quali le differenze e le somiglianze con l'italiano Movimento 5 stelle di Grillo?

Il movimento nasce in Svezia nel 2006 e sin dall'inizio ha carattere internazionale. La spinta principale e i conseguenti obiettivi vengono dalla trasformazione in positivo della pirateria informatica. Dunque, domanda di libertà di circolazione della conoscenza, riforma del diritto d'autore, superamento del copyright, ma anche protezione dei dati personali. Gli obiettivi più rilevanti, però, ripropongono in forma nuova la principale utopia democratica che accomuna la grande maggioranza dei movimenti ormai da molti decenni: Internet e la tecnologia informatica potranno realizzare una democrazia diretta in cui tutti possano partecipare e al tempo stesso controllare il governo. Questa dovrà anche garantire l'istruzione gratuita e, specie nel programma tedesco dei Pirati, un reddito da corrispondere a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno. In breve, si propone una democrazia diretta e partecipativa che assicuri anche standard di vita dignitosi.

In un contesto di critica dei partiti e del governo e, più recentemente, di crisi economica, ormai sentita in molti Paesi, una proposta politica del genere risulta particolarmente seducente. Dunque, non vi è molto da meravigliarsi se il movimento si è diffuso in questi sei anni dalla Svezia alla Germania e all'Austria, ma anche a Spagna, Regno Unito, Francia, Olanda, Belgio, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca e, con assai scarso successo, Italia. Ad esempio, in Austria ha avuto il 3,8 per cento nelle elezioni parlamentari del 2008; in Svezia nelle elezioni europee (2009) il 7,1; nelle più recenti elezioni nei länder tedeschi ha ottenuto l'8,9 (Berlino, settembre 2011), il 7,4 (Saarland, marzo 2012), l'8,2 (Schleswig-Holstein, maggio 2012), e il 7,9 (Nordreno-Vestfalia, ancora maggio 2012).

Questi risultati, pur indicativi del successo dei Pirati, sono solo parzialmente rilevanti. Per capire la forza reale e soprattutto potenziale di questo movimento occorre aggiungere che: 1. Su temi sensibili, più o meno connessi ad argomenti di libertà informatica, sono in grado di raccogliere milioni di firme e mobilitare un enorme numero di persone; 2. I sondaggi più recenti li danno in crescita, e in Germania sarebbero addirittura il terzo partito, più forti dei Verdi; 3. Per la rilevanza dei temi accadrà quello che è già successo in passato ad altri movimenti, ad esempio, proprio ai Verdi: le loro tematiche e le modalità di azione politica saranno imitate e assorbite dagli altri partiti. In breve, la loro influenza effettiva sarà maggiore di quanto dicono i dati elettorali attuali.

In Italia i Pirati hanno avuto meno successo. Le ragioni sono evidenti. Il loro potenziale spazio è stato occupato con tempismo e abilità dal Movimento 5 Stelle (M5S). Ciò perché, innanzi tutto, Grillo ha una capacità di raccogliere consenso sconosciuta ai Pirati negli altri Paesi europei; e, poi, il M5S ha subito assorbito le loro tematiche più attraenti, quali la promessa della democrazia diretta e partecipativa e la richiesta di trasparenza e onestà in politica. Come per i Pirati, il M5S ha dimostrato le potenzialità di creazione di consenso e sostegno attraverso la rete e in alternativa alla televisione. Le differenze nell'evoluzione dei Pirati e del M5S saranno dovute alla presenza catalizzatrice di Grillo e all'attuale contesto italiano - diverso da quello degli altri Paesi europei - di incertezza, di profonda insoddisfazione della società e di crisi dei partiti.

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