Indignati a Lubiana

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Da due mesi migliaia di sloveni manifestano la loro rabbia contro i «politici corrotti di entrambi gli schieramenti»

«Andatevene, ladri». Da due mesi migliaia di "indignati" sloveni esprimono con slogan di questo tenore la loro rabbia contro i «politici corrotti di entrambi gli schieramenti». Dal premier Janez Jansa con le sue misure d'austerità al suo arcirivale, il "milionario rosso" e sindaco di Lubiana Zoran Jankovic, tutti e due osservati speciali della Commissione nazionale anti-corruzione. «Ed entrambi rimangono al potere, una mossa politicamente ed eticamente irresponsabile verso gli sloveni», dice Peter Petrovcic, numero uno di "Kricac", una delle anime della protesta.

Kricac, organizzazione il cui nome è traducibile in «colui che urla», ha adottato metodi non violenti, simboli (il pugno nero serrato su sfondo bianco) e slogan («Siete finiti») ispirandosi alle ricette di "Canvas", istituzione serba no profit che raccoglie ex attivisti di "Otpor", lo storico movimento anti Milosevic, ricorda Petrovcic. Opposizione di piazza che in Slovenia fa tremare i polsi a una classe politica che in vent'anni è diventata «completamente intoccabile» e disconnessa dal popolo. Politici «di destra e di sinistra» che con le privatizzazioni hanno «creato un esercito di poveri e un pugno di ricchi». Che si sono «dimenticati di stimolare l'economia», copiando invece «le politiche sbagliate del neoliberismo», solo tagli al sociale e niente investimenti. Ma la protesta coinvolge anche «il potere giudiziario iniquo che non ha condannato chi ha messo le mani sulle grandi aziende nazionali, lasciando sulla strada migliaia di lavoratori non pagati».

La rivolta finora non hanno però prodotto alternative politiche concrete. «Per questo c'è bisogno di tempo», osserva Petrovcic, spiegando che «controbilanciare la situazione attuale richiede più di due mesi, ma l'ora giusta arriverà, come arrivò 21 anni fa ai tempi della lotta per l'indipendenza» del piccolo Stato nato sulle ceneri della ex Jugoslavia. Come, auspica Petrovcic, «giungerà il momento di nuove politiche anche economiche che realizzino quanto ci era stato promesso nel 1991». Cioè che la Slovenia sarebbe diventata una «piccola Svizzera».

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