"Il presidente della Commissione Ue ha promesso che interverrà dopo l'inchiesta sulle tassazioni agevolate. Ma tra gli stati membri ci sono troppe differenze e in molti non vogliono l'armonizzazione fiscale per continuare a fare ciò che vogliono". Parla Karel Lannoo, direttore del Centre for European Policy Studies

Segue le questioni di fiscalità e trasparenza da 15 anni e da allora poco o nulla è cambiato nella Ue sul tema centrale dell'armonizzazione fiscale tra Stati membri. Può il LuxLeaks invertire la rotta ? Lo chiediamo a Karel Lannoo, direttore esecutivo del think tank CEPS, Centre for European Policy Studies.

L'inchiesta LuxLeaks attacca il Lussemburgo e chiama direttamente in causa il Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, la Commissione si rimboccherà le maniche ?
È bene attaccare il Lussemburgo perché ciò crea pressioni su di lui, su Juncker, ma Juncker ha già detto, nel suo discorso di investitura nel Parlamento europeo, che agirà.

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6/11/2014


E lo farà veramente ?
Ha la pistola puntata addosso, agirà, ma anche se agisce cosa succederà ? La Commissione ha solo potere di iniziativa, di proporre delle misure, sono gli Stati membri che decidono e sulla fiscalità lo fanno all'unanimità....è un limite, tanto che negli ultimi 20 anni poco o nulla si è mosso, ben poco è stato armonizzato sul fronte della fiscalità delle imprese. Il fatto è che gli Stati membri fanno quello che vogliono, e mica solo il Lussemburgo, anche Olanda, Gran Bretagna, Slovacchia, Estonia, Irlanda, fanno quello che vogliono, perché attaccare ora il Lussemburgo ? A me sembra strumentale.

Cosa è stato fatto fino ad ora in Europa?
Nel diritto comunitario sono state approvate solo 2 misure per l'armonizzazione fiscale, non c'è nulla che dice che devi avere che ne so, il 10% di tasse sulle imprese, ci sono Stati membri come l'Estonia in cui l'aliquota è zero...tutti gli stati cercano delle misure per attrarre imprese, una dinamica che esisteva già ma che è cresciuta con l'ingresso dei nuovi paesi dell'est. La Slovacchia, per esempio, fa sconti per attrarre le imprese automobilistiche tedesche...lei lo sa dove hanno sede le prime dieci imprese portoghesi ?

Karel Lannoo


Dove ?
In Olanda. E si immagina che il governo olandese approverà una proposta della Commissione per armonizzare la fiscalità delle imprese ? Non lo farà mai. Ma non solo, oltre alla concorrenza interna c'è quella dei nostri vicini. L'Ikea ha una struttura internazionale basate in Svizzera, per scappare dalle tasse, il grande boss di ikea è famoso per essere un taccagno, non vuole pagare nulla, prende il bus per andare al lavoro, si figuri se vuole pagare le tasse.

Non si può fare nulla ?
Quella dell'armonizzazione fiscale delle imprese è una delle 4 priorità, dei 4 terreni da costruire, indicate dal Rapporto Monti del 2012, per completare il mercato interno, ma è difficile che ci si arrivi, i governi non vogliono ed ognuno di loro ha potere di veto. E comunque, anche se non ce l'avessero, sono in così tanti ad essere contrari che farebbero minoranza di blocca. Noi come CEPS abbiamo presentato l'ultimo studio sull'armonizzazione fiscale 6-7 anni fa, da allora non abbiamo più presentato proposte, semplicemente perché nessuno ha fatto nulla. Anche per la Tassa sulle transazioni finanziarie ci sono un sacco di problemi...

Bloomberg in un editoriale chiede la testa di Juncker, è verosimile che il Parlamento attivi una mozione di censura, ripetendo di fatto la sfiducia che portò la caduta della Commissione Santer nel 1999 ?
Quello che faceva la Commissione Santer era illegale, assumere persone per non fare nulla è illegale, qui si tratta di cose che il Lussemburgo ha fatto e molti altri fanno, legalmente. Charlie Mc Creevy, quando era ministro delle finanze in Irlanda (e uno dei padri delle politiche di deregolamentazione e dumping fiscale dell'allora Tigre Celtica, ndr), ha proposto leggi ad hoc per Amazon e poi con Barroso è diventato Commissario europeo per il mercato interno, nulla di illegale perché non ci sono leggi che impongono dei minimi di tasse per le imprese, ogni stato membro ha libertà di disegnare il suo castello fiscale, chi con l'Iva, chi con redditi chi con i prelievi alle imprese, il Trattato Ue non dice cosa fare.

Questa elusione fiscale delle imprese è ancor più dolorosa in quest'epoca di crisi, non c'è proprio nessuna via per render conto alle multinazionali ?
L'unica cosa che può fare la Commissione è agire sul fronte degli aiuti di stato, come fatto da Almunia (ex Commissario Ue alla concorrenza, ndr) con Amazon e Fiat, ma sono ricerche molto elaborate e lunghe: devono dimostrare su un lasso di 10 anni che le imprese in questione hanno avuto dei vantaggi che sono aiuto di stato, che costituiscono una forma di falsificazione del mercato interno, e non più solo vantaggi fiscali. La politica di concorrenza rimane uno dei pilastri della UE, i servizi della Direzione Generale sanno bene cosa si può fare e gli ultimi commissari avevano le idee chiare e competenze molto ben definite. Inoltre i servizi sono molto attivi e, cosa da non sottovalutare, lavorano senza deleghe e con una competenza esclusiva, in sostanza non devono rendere conto a nessuno, non ci sono veti da superare. Ma al tempo stesso non ci si può attendere risultati a breve termine, ci vogliono anni per realizzare le investigazioni, anni che si possono allungare con i ricorsi degli Stati incriminati alla Corte di Giustizia del Lussemburgo....