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Mondo
agosto, 2014

Datagate, adesso spunta anche ICReach il "Google" dell'intelligence americana

Dai documenti di Edward Snowden sull'Nsa, pubblicati su TheIntercept, emerge un vero e proprio motore di ricerca condiviso tra numerose agenzie statunitensi. E che si basa su un sistema di sorveglianza di massa senza precedenti

Una collaborazione stretta tra la più potente agenzia d'intelligence del mondo, la Nsa, e le tradizionali forze dell'ordine che si occupano di lotta alla criminalità e al narcotraffico come l'Fbi e la Dea, la “Drug Enforcement Agency”. Una collaborazione in cui entrano anche la Cia e una ventina di altre agenzie di intelligence americane, e che vede l'Fbi e la Dea accedere a database di centinaia di miliardi di dati raccolti dalla Nsa con i suoi micidiali programmi di sorveglianza di massa.

A documentare questa collaborazione sono i nuovi file top secret di Edward Snowden rivelati da “Intercept”, il giornale fondato da Glenn Greenwald e Laura Poitras, i due giornalisti a cui Snowden ha consegnato il suo archivio dei documenti della Nsa.

Per la prima volta i file hanno fornito dettagli sui programmi che permettono a Fbi e Dea di acquisire informazioni preziose nella lotta alla criminalità e al narcotraffico, ma che allo stesso tempo sono ottenute da attività d'intelligence come la sorveglianza di massa, e quindi senza le garanzie costituzionali che proteggono tutti, innocenti e sospetti, come avviene invece nelle indagini tradizionali della magistratura.

I file permettono di ricostruire la collaborazione a partire dai primi anni '90, quando la Nsa inizia a collaborare con la Dea e la Cia, che avevano a disposizione un loro database dal nome in codice “Progetto CrissCross”, un nome curioso che evoca l'incrocio dei dati per generare intelligence.
Secondo un documento top secret datato febbraio 2006, CrissCross «si era rivelato estremamente utile nell'identificare nuovi numeri telefonici associati a obiettivi nella lotta al traffico di droga di cui si erano perse le tracce e nel localizzare nuovi obiettivi di interesse». Il programma viene allargato dall'America Latina, cuore del narcotraffico, a tutto il mondo, con la Nsa che inizialmente usa i dati del database e contribuisce ad esso fornendo solo cinque tipi di metadati telefonici: il dato del numero chiamante, quello del chiamato, la durata della conversazione, la data e l'ora in cui è avvenuta. Nessun dato sui contenuti delle telefonate.

Immagine da TheIntercept


Il Progetto CrissCross viene successivamente ampliato e viene così creato il sistema Proton, che oltre a incrociare ed esaminare miliardi di metadati telefonici, permette di analizzare i dati dei telefoni satellitari, come le coordinate (latitudine e longitudine) , i dati dei cellulari come i codici Imei e Imsi, gli header delle email, lo scambio degli sms, i dati del passaporto, dei voli, della richiesta di visti e infine le informazioni di intelligence estrapolati dai rapporti Cia.

«Proton», recita il file top secret, «esegue un'analisi e una messa in relazione dei contatti attraverso i diversi tipi di dati. Gli utenti possono cercare il numero di telefono di un certo target e Proton restituirà le email del target, il numero di cellulare, i metadati telefonici, l'indirizzo e gli estratti dei rapporti Cia. Gli strumenti del sistema Proton sono in grado di individuare altre entità che mostrano un comportamento analogo a quello di uno specifico obiettivo, identifica i potenziali nuovi numeri quando l'obiettivo cambia numero di telefono, identifica le reti di relazioni delle organizzazioni [criminali, ndr] sulla base delle comunicazioni che avvengono all'interno del gruppo».

Un memorandum top secret del 2005, anche esso presente nel database di Snowden, rivela che, secondo la Nsa, il programma nato come CrissCross e poi ampliato come Proton, ha registrato grandi successi sia nel campo del narcotraffico che del terrorismo: «ha permesso importanti arresti nella lotta alla droga, ha permesso il monitoraggio delle persone vicine al [terrorista] Ramsi Youssef, ha permesso di svelare i tentativi di assassinare Mubarak, e ha permesso la comprensione dei test nucleari pakistani», il file precisa anche che «è giusto dire che [il programma CrissCross/Proton] ha dato un contributo a praticamente tutte le operazioni di rendition che hanno avuto successo e spesso è stato il fattore determinante».

La potenza illimitata della Nsa nella raccolta di dati ha portato, però, a superare anche il sistema Proton. In un memorandum inviato dall'ex capo della Nsa, il generale Keith Alexander, al capo di tutta la comunità dell'intelligence americana (Director of National Intelligence), Alexander spiega che ormai è arrivato il momento di costruire un nuovo sistema che permetta di condividere dati.

Alexander rivendica per la Nsa la funzione guida nel creare il nuovo sistema: “ICReach”, che il giornale di Greenwald, “The Intercept”, ha definito una sorta di Google creato e a disposizione della Nsa e di una ventina di altre agenzie di intelligence, incluse Fbi e Dea. «Il contributo della Nsa a ICReach», anticipava Keith Alexander nel suo memorandum, «farà sembrare piccolo sia l'attuale contributo della Nsa al progetto Proton sia il contributo delle altre agenzie [a ICReach]». Come dire che la potenza di raccolta dei dati della Nsa e la sua capacità di organizzarli in database non hanno rivali. Una promessa mantenuta, visto che il volume dei dati condivisi è balzato da 50 miliardi a 850 miliardi, una quantità monstre di informazioni ricercabili dagli analisti della Cia, Fbi, Dea e di altre agenzie di intelligence americane con un meccanismo del tutto analogo a quello con cui si fanno ricerche in rete usando Google.

La condivisione di queste informazioni nasce dal radicale cambiamento di cultura all'interno delle comunità di intelligence dopo l'11 settembre, quando il problema della mancanza di collaborazione e condivisione di dati è esploso in tutta la sua gravità, portando sul banco degli imputati Cia, Nsa e tutte le agenzie di intelligence Usa, accusate di aver fallito miseramente e di non aver saputo prevenire l'attacco alle Torri gemelle proprio per la riluttanza a condividere i loro segreti.

A tredici anni dall'attacco, però, la condivisione delle informazioni sembra aver toccato livelli senza precedenti, a giudicare dai file di Snowden. Ma il problema più grande per i difensori dei diritti costituzionali e civili è rappresentato dal fatto che le informazioni condivise con sistemi come ICReach vengono ottenute attraverso tecniche a dir poco controverse, come i programmi di sorveglianza di massa della Nsa, programmi in cui finiscono tutti: non solo i sospetti e gli affiliati a organizzazioni criminali e terroristiche. E il dato di fatto, messo nero su bianco dai file di Snowden, che queste informazioni siano condivise con agenzie che, tradizionalmente, operano nel settore del contrasto alla criminalità, come Fbi e Dea, dimostra quanto sia fondato l'allarme di istitutizioni come il Parlamento europeo.

Nella sua inchiesta sullo scandalo Nsa, il Parlamento europeo ha denunciato infatti i confini sempre più confusi tra le operazioni delle forze di polizia e quelle di intelligence, una corsa che porta verso «la creazione di un 'stato preventivo', che cambia il paradigma consolidato della legge penale nelle società democratiche, dove ogni interferenza nei diritti fondamentali di un individuo sospettato di un crimine deve essere autorizzato da un giudice o da un magistrato sulla base di un sospetto fondato e deve essere regolato dalla legge e invece [i programmi di sorveglianza di massa, ndr] promuovono un mix di operazioni delle forze dell'ordine e attività di intelligence con tutele indebolite e confuse, spesso non in linea con i sistemi di controllo democratico e i diritti fondamentali, soprattutto la presunzione di innocenza».

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