I Kachin potrebbero essere tra le popolazioni più ricche del mondo. Invece vivono nella miseria, costretti a subire i soprusi di alcuni esponenti dell'esercito e di ricchi mercanti cinesi

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Lo scorso gennaio, presso la galleria Sotheby di Hong Kong una collana è stata venduta per la cifra record di 27 milioni di dollari. A comprarla, uno dei centomila miliardari cinesi, tale Ma Jie, ?di Shanghai. Parliamo di giada, simbolo di opulenza. Così come per altre pietre preziose, soprattutto rubini, smeraldi ?e zaffiri, la “patria” della giada ?è la Birmania. O meglio, una delle sue regioni più inaccessibili e politicamente turbolente: lo Stato Kachin.

Da sempre in lotta per l’indipendenza o quantomeno un’autonomia mille volte promessa e mai concessa, i Kachin, con le loro miniere di giadeite, potrebbero essere tra le popolazioni più ricche del mondo.
E invece vivono in miseria, costretti ?a subire le angherie dei ricchi mercanti cinesi e dei loro complici/soci birmani, per la maggior parte esponenti ?del Tatmadaw, l’esercito birmano, ?che occupano militarmente le zone ?dove si trovano le miniere.
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Birmania Anno Zero
6/11/2015

A spartirsi un fatturato che Global Witness - una ong che si occupa di individuare e denunciare lo sfruttamento illecito delle materie prime - indica ?in 30 miliardi di dollari l’anno sono ?un centinaio di famiglie di militari, tra ?le quali quelle dell’ultimo dittatore, Than Shwe e addirittura alcuni nipoti di Ne Win, autore del colpo di Stato del 1960. Lo Stato Kachin si trova all’estremo nord del Paese, confina con la Cina a est ?e l’India a ovest, ed è off limits per ?gli stranieri. Ma questo non impedisce ?a commercianti e avventurieri di raggiungerlo.

Guillaume, un cittadino belga che fa l’interprete e il consulente per i commercianti stranieri, vive a Hpakant, il centro dove sono concentrate il maggior numero di miniere da oltre vent’anni. «Negli ultimi due anni, ?l’attività estrattiva è aumentata in modo forsennato», racconta, «provocando dissesti idrogeologici senza precedenti. La fine delle sanzioni ha permesso alle grandi società di importare centinaia ?di ruspe che prima arrivavano via terra, dalla Cina. I residenti locali sono ridotti alla fame, ci sono solo due ospedali per oltre un milione e mezzo di abitanti ?e ogni giorno le ruspe raccolgono e gettano in cave a cielo aperto i cadaveri dei cercatori uccisi dalle guardie private o travolti dalle frane. Due anni fa ho visto una piccola scuola precipitare in un burrone, con dentro almeno un centinaio di persone, tra adulti e bambini».