Solo una decina anni fa il Califfo dello Stato Islamico era un prigioniero in un carcere statunitense in Iraq. Ecco come è diventato l'obiettivo principale dell'Occidente, che ora la Russia sostiene di aver ucciso
Riproniamo qui un ritratto del leader del Califfato che secondo l'agenzia di stampa russa Tass, che cita il ministero della Difesa Russo, potrebbe essere rimasto ucciso in un raid russo, alla fine di maggio, nella periferia sud di Raqqa.
Nel 2015 le Nazioni Unite hanno definito
Abu Bakr al-Baghdadi il
nemico numero uno. L’obiettivo del mondo unito è, almeno sulla carta, quello di distruggere la creatura del nemico, ovvero lo
Stato islamico.
E dire che una decina di anni fa, poco ?più che trentenne,
Ibrahim ?al-Samarrai, questo il suo ?vero nome, era soltanto uno sconosciuto prigioniero in un carcere statunitense in Iraq. Era da poco caduto Saddam Hussein e al-Baghdadi fu catturato casyal a casa di un amico jihadista a Fallujah; nessuno sapeva della sua identità di combattente. Fu registrato nel
carcere di Bucca come “
civile” e, da amante delle recitazioni coraniche, passò dieci mesi a continuare la
formazione religiosa intrapresa da bambino.
Era considerato un personaggio
introverso, ma anche un
grande mediatore nei diverbi tra i prigionieri e tra prigionieri e americani, dote che gli divenne utile più tardi quando si trovò a mediare
tra i capi di al Qaeda e di Daesh, conquistandone la fiducia. Una nota particolare: sul campo da calcio era un fenomeno, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “
Maradona”.
L’anno passato a Bucca fu la svolta nella vita del giovane Ibrahim e in quella della gran parte dei 24mila prigionieri, per lo più sunniti, che avevano fatto parte dei servizi militari e di intelligence di Saddam. Bucca venne presto detta l’“
Accademia”, perché divennne il luogo di incontro ?dei futuri terroristi.
Uscito di prigione, ?al-Baghdadi si arruolò nelle file del gruppo jihadista ?di
Abu Musab al Zarqawi, il cui intento era quello di realizzare ?il sogno dello Stato islamico nonostante la riottosità di
Osama bin Laden che avrebbe preferito attendere la dipartita degli Usa ?e l’utilizzo di metodi più inclusivi ?e meno sanguinolenti.
Quando al Zarqawi venne ucciso dagli americani il suo posto fu preso da
Khalid al-Masri, il quale a sua volta designò
al-Baghdadi come
responsabile degli affari religiosi dello Stato islamico. Lo Stato ancora non c’era ma in compenso il giovane islamista cominciò a
punire ferocemente chiunque non rispettasse i precetti della Sharia.
Il grande momento di al-Baghdadi arrivò nel 2010 quando
al-Masri, per non essere catturato dall’esercito iracheno in seguito ad una soffiata,
si fece esplodere e lo Stato islamico rimase
privo ?di leadership. Fu il capo del consiglio militare,
Hajji Bakr, a fare eleggere l’imam.
Con 9 voti su 11 al-Samarrai fu eletto leader assoluto e prese il nome di
Abu Bakr al-Baghdadi: Abu Bakr, dal nome del fu primo Califfo dopo ?la morte di Maometto, e al Baghdadi, omaggio alla sua città. Apparve poco dopo in pubblico vestito di nero alla maniera ?dei grandi califfi.
Il
nero diventa ?il tratto caratteristico dell’organizzazione terroristica insieme a video agghiaccianti di barbariche uccisioni di ostaggi. Nei ranghi militanti dello Stato islamico entrano tanti
ex-baathisti. In un primo tempo i suoi uomini lavorano a fianco delle tribù sunnite escluse dal governo iracheno a maggioranza sciita. Conquistano
Fallujah e
Ramadi ?e l’anno successivo, nel giugno 2014, entrano a
Mosul, praticamente senza combattere.
Lì, proclama il
Califfato.