La legge di Bilancio è la legge più importante dell’anno e questi sono i giorni in cui il Parlamento la discute e la vota. Questa volta, oltre alle tensioni tra maggioranza e opposizione, si è visto soprattutto un grosso scontro nel centrodestra.

La quarta manovra del governo Meloni è in linea con le raccomandazioni della Commissione europea, ma è anche la più esigua: 18,7 miliardi. Dopo (soprattutto) il pressing delle imprese, il ministero dell’Economia ha trovato qualche fondo in più, superando i 21 miliardi.

Per fare cassa, si ricorre ad alcune tasse, come quelle sulle transazioni finanziarie, sulle sigarette e sul commercio online. Dal 2026 si pagherà una tassa di 2 euro su tutte le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro per le merci provenienti dai Paesi fuori dall’Ue.

Inizialmente la fonte principale per coprire le modifiche che il governo voleva fare arrivava dai pensionati e dai futuri pensionati. Modifiche contenute nel documento di 30 pagine presentato in commissione Bilancio (il cosiddetto maxi-emendamento da 3,5 miliardi) che era stato approvato da tutti i ministeri.

Ed è qui che si è scatenata l’opposizione della Lega, nei confronti del suo stesso ministro, Giancarlo Giorgetti, che ironicamente ha detto di pensare ogni giorno alle dimissioni. Una prova di forza che ha visto prevalere la linea di Salvini: salta la stretta sul riscatto di laurea e l’allungamento della ‘finestra’ (fino a sei mesi) per chi va in pensione anticipata.

E tra pochi giorni ci sarà un altro confronto nel governo, quello che riguarda il decreto di proroga di un anno del sostegno militare all’Ucraina: per il vicepremier Tajani riguarderà ancora una volta l’invio di armi, per il vicepremier Salvini il sostegno alla popolazione civile.