I palestinesi chiedono la sospensione della federcalcio israeliana per gravi violazioni e discriminazioni in contravvenzione dello statuto della Fifa. I tentativi di mediazione di Joseph Blatter e Michel Platini

Proteste a Ramallah - foto Afp
Continua il braccio di ferro tra la federcalcio palestinese (Pfa) e quella israeliana (Ifa). La prima accusa la seconda di gravi violazioni della legge internazionale, di impedire lo sviluppo del settore sportivo in Cisgiordania e a Gaza e ne ha richiesto la sospensione dall’associazione del calcio mondiale.

“Il calcio israeliano fa parte dell’oppressiva occupazione israeliana e quindi complice nelle politiche razziste e di Apartheid” ha dichiarato il capo del calcio palestinese Jibril Rajoub in conferenza stampa questa mattina a Ramallah.

In un commento alla stampa, il vice-capo della Federcalcio israeliana (Ifa), Rotem Kamer, ha definito “cinica” la richiesta di sospensione perorata dai palestinesi. “Crediamo che il calcio nella nostra regione debba costruire ponti” ha detto “ questo chiaro mix di calcio e politica non dovrebbe trovare spazio presso l’assemblea generale della Fifa”.

La Pfa ha già presentato all’assemblea generale della Fifa, che si riunirà il prossimo 29 maggio, una richiesta di sospensione di Israele per “violazioni e discriminazioni contro gli sportivi palestinesi in contravvenzione dello statuto della Fifa”.

In caso di voto, sostiene Rajoub, la maggior parte dei membri dell’assemblea supporterebbe la richiesta palestinese, solo il Canada al momento sarebbe contrario. L’articolo 3 dello Statuto della Fifa sostiene che La discriminazione di qualsiasi tipo nei confronti di un paese, un soggetto o un gruppo di persone per motivi di appartenenza etnica, sesso, lingua, religione, appartenenza politica o per qualsiasi altro motivo è da ritenersi rigorosamente vietata e punibile con la sospensione o l’espulsione’.

“Per l’approvazione della mozione serve solo il voto della maggioranza più uno dei 209 membri della Fifa” ha confermato all’Espresso Gonzalo Boye, a capo del team legale della Pfa.

Le principali accuse rivolte dai palestinesi verso Israele sono note da tempo e riguardano le cinque formazioni degli insediamenti israeliani nei Territori occupati che militano nel campionato di calcio; il razzismo verso i palestinesi e i musulmani nel campionato di calcio israeliano; la restrizione al movimento di giocatori, allenatori, arbitri e del personale della Federcalcio palestinese compresi gli equipaggiamenti; l’attacco alle infrastrutture della Pfa – in riferimento al raid dell’esercito israeliano presso la sede della Pfa ad Al-Ram (Gerusalemme est) del novembre scorso – e l’impossibilità di costruire strutture sportive finanziate dalla Fifa in Cisgiordania e a Gaza.

L’anno scorso creò grande scalpore la notizia che due calciatori palestinesi, il diciassettenne Adam al-Raouf Halabiya e il diciannovenne Jawar Nasser Jawar, furono colpiti con svariati proiettili ad entrambi i piedi dall’esercito israeliano mentre erano di ritorno dagli allenamenti presso lo stadio Faisal al-Hussein di Al-Ram. I due sportivi hanno ripreso a camminare, ma non possono più competere a livello agonistico.

Non sarebbe la prima volta che la Fifa sospende uno dei suoi membri: nel 1962 toccò al Sudafrica dell’Apartheid, nel 1992 alla Federcalcio dell’ex Jugoslavia e nel 2006 all’Iran degli Ayatollah.

“Quello che richiediamo” ha detto Rajoub ai giornalisti “è il rispetto della legge internazionale e dello statuto della Fifa, in aggiunta alla creazione di un meccanismo indipendente che possa monitorare la situazione sul terreno”. Secondo Rajoub, queste problematiche erano già state sollevate nei due precedenti congressi della Fifa, nelle Isole Mauritius (2013) e a San Paulo (2014), ma non risolte, secondo Rajoub, a causa del rifiuto di Israele. Da allora la Federcalcio palestinese ha indetto una campagna internazionale dal titolo “diamo un cartellino rosso al calcio Israeliano” e ha incominciato a chiedere il supporto dei membri della Fifa, in particolare delle nazioni europee.

In mattinata, il capo negoziatore dell’Olp, Saeb Erekat, accompagnato da Rajoub, ha incontrato a Ramallah i rappresentanti consolari dell’Unione Europea a Gerusalemme per aggiornarli sulle richieste palestinesi.

Il capo della Fifa, Joseph Blatter, e quello della Uefa, Michel Platini, stanno da tempo cercando di mediare tra le due parti, per ora senza successo. Blatter è in visita in Israele e Ramallah per trovare un’alternativa al voto che possa soddisfare le parti.