
Si tratta di una delle peggiori crisi idriche degli ultimi 80 anni. Che non ha fine anche se, grazie al periodo delle piogge, il livello dei bacini del Sistema Cantareira è tornato leggermente a salire. Prevedendo il disastro, molte aziende dei sottori industriale ed agroalimentare, che ?da sole consumano circa ?il 40 per cento dell’acqua disponibile a San Paolo quando i bacini sono pieni, hanno deciso di spostare altrove le loro attività. Alcune aziende, come Coca-Cola e Ambev, hanno spostato parte degli investimenti in altre regioni brasiliane dove non esiste il problema.
Nel frattempo, chi è rimasto in città deve quotidianamente affrontare piccole e grandi disagi a causa della mancanza di acqua. I panifici in alcuni casi non fanno il pane, i bar non servono caffè e alcuni ristoranti - anche ?nei quartieri dove abitano ?i benestanti - chiudono per ?il pranzo, come raccconta Lidiane Vargas, proprietaria della churrascaria Gauchão Grill che si è vista costretta anche a licenziare parte ?del personale: «Da tre mesi subiamo un razionamento pesante. L’acqua arriva ?due giorni alla settimana. ?La peculiarità del ristorante è il pranzo, serviamo in media 100 pasti al giorno, ma non avendo acqua nemmeno per lavare i piatti, siamo stati costretti a licenziare e in alcuni giorni a chiudere Abbiamo perso molti soldi».
L’acqua, quando arriva nei tanti quartieri afflitti, è color marrone e puzza. La siccità ?a San Paolo sommata alla deforestazione, alla crescita della popolazione e all’inquinamento dei fiumi, sta portando il Sistema Cantareira (il più grande serbatoio che serve la città ed uno dei più grandi al mondo) all’esaurimento. ?Con una capacità massima ?di contenimento di 1 milione e mezzo di miliardi di litri d’acqua, si utilizza ancora l’acqua del cosiddetto “volume morto” (una riserva di 400 milioni di metri cubi d’acqua che si trova sotto ?il livello delle tubature e che deve essere prelevata con ?le pompe) per fornire la città.
rischio caos sociale L’amministrazione aveva studiato anche misure drastiche per conservare le scorte in esaurimento, come la chiusura dei rubinetti per cinque giorni a settimana. Tale misura non è stata ancora del tutto scartata. «Dipende come andranno ?le cose nei prossimi mesi», dice Anicia Pio, manager ?della Fiesp, Federazione ?delle Industrie di San Paolo. Secondo Pio, la mancanza ?di acqua affliggerà l’economia di quasi 60 mila fabbriche ?di San Paolo e Campinas che rappresentano circa il 60 per cento del Pil paulista.
La situazione è cosi grave ?che l’esercito di San Paolo ?ha invitato nel mese scorso Paulo Massato, direttore della Sabesp - ente per la gestione dell’acqua di San Paolo - ?e Anicia Pio della Fiesp, ?a partecipare ad una conferenza specifica sull’argomento. Secondo il comando dell’esercito, esiste la possibilità di caos sociale in città per la mancanza d’acqua. Massato è stato chiaro nella sua esposione: «Se le opere d’emergenze non funzioneranno e se continuerá a piovere poco, da luglio non ci sarà piu acqua a San Paolo. Mancheranno cibo, luce, ecc. E sarà il caos sociale, non sarà più solo un problema ?di acqua, ma molto peggio. ?Sarà un problema di ordine pubblico».