Daniel Gros: "Tsipras è un inetto, renderà la Grecia ancora più povera"
Secondo l'economista tedesco i creditori fanno bene a non fidarsi del premier greco che sta adottando misure populiste che rischiano di avere un effetto domino. Ma la sua minaccia di poter fare cadere l'Europa è falsa
In un momento così delicato per gli equilibri europei abbiamo intervistato l'economista Daniel Gros, direttore del think tank di Bruxelles Centre for European Policy Studies che ha insegnato in diverse università, compresa la Bocconi.
Juncker dice che un no ?dei greci al referendum è un ?no della Grecia all’Europa. François Hollande assicura ?che la situazione non è più quella di tre anni fa e che il rischio ?di un contagio è minimo. Cosa si gioca la Ue? «Un no sarebbe un colpo duro per la Grecia e anche naturalmente per la Ue, esiste il rischio di un effetto domino, anche perché lo stesso governo ellenico ha voluto un referendum su una proposta ormai non più sul tavolo dicendo al suo popolo di rigettare l’offerta. In circostanze eccezionali i greci hanno fatto un errore: hanno votato ?un governo che non crede all’Europa, che ha sua volta ?si è spinto a chiedere loro se vogliono o meno l’Unione».
Atene ha chiesto a più riprese una ristrutturazione ?del debito, che Juncker ha promesso solo in extremis. «È stata offerta una ristrutturazione, ma a patto di aggiustamenti e la Grecia non li ha fatti. Così ora i creditori non si fidano. E hanno ragione: c’è un falso gioco sul debito, da un lato si dice che è insostenibile, anche quando i greci pagano interessi inferiori a quelli italiani. Ma ?a queste condizioni dire che è insostenibile è mentire. Anche lo stesso governo di Atene lo ha riconosciuto ?nei suoi documenti interni. Il loro è populismo».
E il rischio contagio? «Il rischio c’è ma è limitato, ha ragione il presidente francese Hollande. E questo deve far riflettere Atene, ?la minaccia “andiamo giù noi e cade l’euro” è falsa».
Il programma dei “cinque presidenti” può portare ?la zona euro fuori dalla crisi? Non ci sono misure per ?la crescita... «A livello di crescita non si può fare moltissimo, ci sono pochi strumenti sul breve periodo. L’unica cosa concreta che mi sembra urgente è quella della protezione dei depositi. La protezione rimane un dovere fino ai 100 mila euro ed è una misura attuata a livello nazionale. ?Ma il problema è che la Grecia non è più stata in grado ?di garantirla. Senza la Grecia si potrebbe fare molto di più, con una zona euro più coesa e integrata».
L’uscita di Atene dall’euro le sembra che resti una prospettiva concreta? «Non sappiamo nulla. Anche la reazione della politica, della popolazione, è imprevedibile. Hanno fatto un’altra misura populista, quella di non far pagare il trasporto pubblico ?ad Atene, e poi chi lo paga? Tsipras prima ha detto che se avesse perso il referendum avrebbe rispettato il voto, poi ha cambiato idea e ha lasciato capire che si sarebbe fatto da parte. La situazione è insostenibile».
Ci stiamo blindando in vista di un possibile Grexit ? «La Bce sta lì, se dovesse succedere qualcosa Francoforte interverrà per cui siamo piuttosto tranquilli. L’Italia per il momento non corre rischi: il prezzo che paga per il debito non è insostenibile, se continua a fare il suo dovere e l’economia si riprende un po’. Spagna e Portogallo sono sulla via del recupero, hanno capito che se vogliono essere come i greci sono fuori e resteranno poveri; se invece rimangono dentro, avranno una chance. Per la Francia nessun rischio. Possiamo fare senza la Grecia, se lo decidono loro. È tutto il loro sistema che non ha funzionato, anche i governi precedenti non erano molto attivi nell’implementare le riforme, ma quello di Tsipras è particolarmente inetto. Non si sa nulla sui suoi piani, si vive alla giornata, il programma delle riforme è da buttare, l’economia va giù e ora dovranno fare ancora più sforzi: non si sa dove porterà il paese».