Non è così accogliente il Nord Europa. Almeno non a Copenaghen. Dove il governo, guidato da una coalizione di centro destra, ha deciso di comprare spazi sui quotidiani libanesi per avvertire i potenziali migranti che i controlli e i respingimenti saranno sempre più duri

«La Danimarca ha deciso di rendere più stretti i regolamenti sui rifugiati in diverse aree». Firmato "ministro dell'Immigrazione, dell'Integrazione e della Casa". Con la corona della Danimarca. È un annuncio comprato dal governo danese su alcuni quotidiani del Libano. Per pubblicizzare un volto più duro verso i profughi, sperando così di farli desistere da potenziali partenze.

La trovata non è di un partito o di un politico, ma dell'istituzione statale. Un altro sintomo della frammentazione europea in termini di accoglienza. Proprio mentre la Germania infatti si fa avanti, stanziando nuovi fondi e aprendo un canale umanitario per i rifugiati, la Danimarca decide la strada opposta: tagli, respingimenti, maggiori controlli sulle frontiere. E ovviamente "l'opt-out" rispetto alle quote di ridistribuzione previste dall'agenda europea di Juncker. Fino agli inviti a desistere dalla speranza.

L'annuncio pubblicitario - scritto in arabo - avvisa che il governo ha recentemente votato una legge che taglia gli aiuti ai profughi del 50 per cento. Le cifre riportate dalla Bbc restano comunque un altro mondo se confrontate con il sistema d'accoglienza italiano. Con questa nuova legislazione, infatti, i rifugiati riceveranno un assegno per l'integrazione di 5.945 corone (lorde) al mese (circa 985 euro), la metà di quanto ricevono attualmente, mentre le coppie sposate con bambini potranno arrivare a 16mila corone, contro le 28mila di prima della legge.

Oltre ai tagli, lo spot sottolinea che «tutti i richiedenti asilo la cui domanda verrà rifiutata saranno velocemente respinti». La coalizione di centro destra ora al governo deve contare anche sui voti del Dpp (Danish People's Party), partito anti-immigrazione che alle ultime elezioni ha preso il 20 per cento. E che evidentemente esercita un peso di primo piano sulle iniziative legislative e istituzionali.

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