L'attentato che ha colpito un luogo simbolo della capitale, facendo 12 vittime, è destinato a mutare gli equilibri politici nazionali. Inasprendo lo scontro e cambiando la prospettiva sui flussi migratori. Anche nel partito di Merkel
Ora Berlino è sotto choc. L'attentato verificatosi ieri sera in un mercatino di Natale sulla
Breitscheidplatz, è una ferita dilaniante nel cuore pulsante della capitale tedesca. Quella piazza, frequentatissima dai turisti così come dai berlinesi, si trova a pochi passi dalla stazione Zoologischer Garten - il famoso zoo di Berlino.
Alla fine dei 3,5 chilometri del
Ku'damm, il viale commerciale più scintillante ad ovest della capitale. E sotto il campanile spettrale della Gedächtnis Kirche, la 'Chiesa del Ricordo' in memoria, con quella sua guglia spezzata e mai ricostruita dal dopoguerra, delle tragedie e dei mesi di battaglie e bombardamenti subiti da questa metropoli sulla Sprea. Ridotta nel '45, dopo 12 anni di nazismo, a un mucchio di rovine e cenere.
[[ge:rep-locali:espresso:285253442]]Non è un caso se, poco dopo le ore 20, il tir tutto nero, con targa polacca, si sia avventato a velocità sostenuta e, a quanto riportano i presenti, a fari spenti, proprio sulla folla di questo “Weihnachtsmarkt“, il mercatino di Natale forse più noto in tutta Berlino, ed aperto come ogni anno su una piazza-simbolo della storia così martoriata e sofferta di questa città. È bastato un percorso di 60, massimo 80 metri a compiere una strage che ha lasciato sull'asfalto 11 morti, e 48 feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. Nella cabina del mastodontico Tir, accanto al posto di guida, la 12esima vittima, di origine polacca.
Secondo quanto riferito dalla tv polacca TVN24 infatti, il camion è di proprietà dell'azienda di trasporti di Ariel Zurawski, con sede a Stettino. Ed è stato Zurawski a riferire che alla guida del mezzo - che trasportava cavi di acciaio dall'Italia – doveva esserci suo cugino, con il quale però aveva perso i contatti già verso le 12 di ieri. E che ieri sera invece gli agenti di polizia hanno trovato morto nella cabina del Tir.
[[ge:rep-locali:espresso:285253559]]Dopo essersi impossessato del camion ed averlo lanciato a tutta velocità sulla folla del mercatino di Natale, l'autista ha tentato la fuga e - grazie al coraggio di un passante che l'ha rincorso sino al Tiergarten, il grande parco al centro della città - la polizia è riuscita infine a bloccarlo: secondo le prime informazioni si tratta di un profugo pakistano, nato il 1° gennaio 1993, e giunto a Passau, al sud della Germania, il 31 dicembre del 2015 attraverso la cosiddetta 'rotta balcanica'.
[[ge:rep-locali:espresso:285253567]]Non è certo la prima volta che la Germania si ritrova nel mirino del terrorismo. L'onda del terrore montante in Germania, dopo alcuni attentati sventati all'ultimo momento sia a Bonn (nel dicembre 2012) che lo scorso giugno a Düsseldorf, sfocia proprio questa estate in una serie di attacchi spaventosi.
Il 18 luglio, su un treno presso Würzburg, un giovane pakistano ferisce a colpi di ascia quattro persone. Sei giorni dopo, è un altro rifugiano siriano –-Abu Mohammad Dalee – che, dopo aver giurato fedeltà al Califfo dell' Isis, si lascia espoldere in mezzo a un concerto ad Ansbach ferendo gravemente 15 persone. Mentre sempre il 24 luglio, a Reutlingen, un altro profugo siriano uccide barbaramente una donna incinta e ferisce altre due persone con un coltello.
Anche se è l'attentato al centro commerciale
Olympia, al centro di
Monaco, a scioccare la Germania intera: l'ha compiuto il 18enne David Sonbody, un ragazzo tedesco-iraniano, sotto cure psichiatriche e che urla contro i passanti “Stranieri di merda“ ed altri slogan xenofobi, ed ucciderà con la sua pistola 9 persone, ferendone altre 25 prima di suidicarsi.
[[ge:rep-locali:espresso:285253568]]L'attentato però compiuto ieri sera ha portato l'onda nera ed orrenda del terrorismo al centro della capitale e della politica tedesca. Già quattro giorni fa, in un altro mercatino di Natale a Ludwigshafen in Renania, un ragazzo 12enne, di origine irachene, aveva tentato di far esplodere un ordigno rudimentale.
“Una notizia che ci spaventa tutti“, era stata allora la reazione di Steffen Seibert, il portavoce della cancelliera Merkel. Da oggi invece, come ha titolato il quotidiano “Frankfurter Allgemeine“: “L'incubo è diventato realtà“. E il terrorismo, con la sua atroce scia di morti e feriti, è arrivato al centro della Germania e sta paralizzando il Paese della Merkel.
“Siamo in lutto per i morti e ci auguriamo che i feriti possano essere aiutati“, ha fatto sapere già iera sera, subito dopo l'attentato, la Kanzlerin attraverso il suo portavoce. Stamattina, definendo ciò che è accaduto "un atto sventurato" Merkel ha confermato la matrice terroristica dell'attacco, aggiungendo che se, come pare sia confermato, il colpevole fosse un rifugiato, il gesto sarebbe "particolarmente disgustoso nei confronti dei molti, molti tedeschi che quotidianamente sono impegnati nell'aiuto ai profughi e nei confronti delle molte persone che effettivamente hanno bisogno di protezione e si adoperano per integrarsi nel nostro Paese".
E mentre da stamattina, sui giornali e sui siti, divampa la polemica sulle mancate misure di sicurezza nelle città tedesche, i reparti di speciali intervento ( Sek) stanno compiendo da ieri notte stanno perquisizioni nell'Hangar dell'areoporto di Tempelhof, da un anno in qua trasformato in Centro di accoglienza profughi.
A nove mesi dalle politiche di settembre, la strage al centro di Berlino contribuerà ad inasprire ancor di più il clima, già teso, nella politica tedesca, e in particolare il dibattito sulla politica migratoria della Merkel. E di sicuro a trasformare l'atmosfera di questa metropoli sulla Sprea che, almeno sino alle ore 20 di ieri sera, è stata la città più tollerante ed aperta della Repubblica Federale.