Ora la Corte Suprema dell’Azerbaigian ha ridotto la sua pena di tre anni e mezzo e sospesa con la condizionale. Le sue inchieste, come raccontato dall’Espresso, erano poi state confermate dalle carte dei Panama Papers. La Ismayilova aveva scoperto che la principale miniera ?d’oro del Paese del Caspio è riconducibile a tre società registrate nella città panamense e controllate dalle due figlie di Aliyev, ?Leyla e Arzu.
La giornalista di 39 anni lavora per l’emittente finanziata dagli Stati Uniti Radio Free Europe e ora che è libera non si vuole fermare. “Andrò sicuramente avanti rivolgendomi alla Corte Europea – assicura Ismayilova – e mi batterò finché non sarò dichiarata innocente di tutte le imputazioni. Considerero il governo azero responsabile di avermi tenuta un anno e mezzo in prigione, lontana dal mio lavoro, dalla mia famiglia, dai miei studenti.”
Khadija's first photo after jail pic.twitter.com/sj358k5WdU
— Khadija Ismayilova (@Khadija_Ismayil) 25 maggio 2016
Grazie alle sue inchieste è venuta a galla la corruzione presente nell’élite del Paese e del presidente Aliyev che dal 1993 porta avanti una politica di regime. Del suo caso si era interessato anche il Parlamento italiano, con un’interrogazione in commissione Esteri, e quello europeo.