Storico passo degli Stati Uniti nei confronti del paese del Sol Levante. Obama è infatti il primo presidente a far visita a una delle città colpite dall’attacco nucleare. La Casa Bianca però chiarisce: non è un passo indietro
E’ stato il primo presidente degli Stati Uniti a Cuba ed è il primo a Hiroshima.
Barack Obama sta visitando la città giapponese a margine del G7 di Ise-Shima.
Ci sono voluti undici presidenti per questo giorno da quando Harry Truman decise di sganciare la bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto e su Nagasaki il 9 agosto 1945. Ci andarono Jimmy Carter e Richard Nixon, ma non più in carica.
Non è un caso che i predecessori di Obama siano stati lontani dalle città martoriate dell’esplosioni nucleari e vittime per decenni delle conseguenze delle radiazioni. Troppo alto il rischio di vedere in quella visita delle scuse per il gesto estremo durante la Seconda Guerra Mondiale. O di riaprire la disputa se fosse necessario o no sganciare le atomiche per decretare la fine del conflitto. Scuse che però molti aspettano nei confronti del Paese del Sol levante, dei 200.000 morti e dei 183.000 sopravvissuti. E che se fatte ammetterebbero un crimine e quindi un risarcimento.Già a maggio durante la visita di John Kerry che ha aperto la strada a quella del presidente Usa, il segretario generale ha messo subito in chiaro che la Casa Bianca non si scuserà. Nonostante Kerry abbia visitato in quella occasione il parco della Pace e il memoriale delle vittime dell’atomica.
Stesso cerimoniale che spetta a Obama: prima un breve discorso, poi la deposizione di corone di fiori davanti al Cenotafio. Alla cerimonia partecipano anche quattro sopravvissuti, ma secondo l'agenzia Kyodo News non ci sarà possibilità per loro di parlare.[[ge:rep-locali:espresso:285204188]]Gli americani infatti non dimenticano Pearl Harbor, l’attacco alla base militare statunitense del 7 dicembre 1941 che decretò l’ingresso degli Stati Uniti in guerra. Il premier giapponese
Shinzo Abe ha detto comunque di non voler ricambiare la visita di Obama recandosi al porto hawaiano. Anche per alcune proteste da parte dei cittadini giapponesi.
Certo è che il presidente Usa sfrutta l’occasione per rinnovare la sua volontà di mondo libero dalle armi nucleari. Come ha fatto impegnandosi a chiudere l’accordo nucleare con l’Iran: un passo diplomatico che ha evitato che paese di Hassan Rouhani sviluppi in futuro l’arma atomica.
Proprio il governo Obama però ha deciso di approvare
una spesa di mille miliardi di dollari nei prossimi tre anni per l'ammodernamento dell’arsenale nucleare Usa e la costruzione di nuove armi nucleari più piccole e quindi più utilizzabili.
Inoltre gli Stati Uniti in questi anni, denunciano le associazioni, non hanno partecipato alle Conferenze internazionali sull'impatto umanitario delle armi nucleari, un percorso per arrivare ad un trattato per la loro messa al bando che ha ormai raccolto l'adesione di oltre 120 Paesi.
[[ge:rep-locali:espresso:285204187]]Obama ha dimostrato nel corso della sua presidenza di aver concluso i suoi successi più in Asia e nel sud America che in Medio Oriente o con Cina e Russia. Con la visita a
Cuba, è stato il primo presidente americano in 90 anni, e la fine dell’embargo. Primo anche in
Myanmar, anche in quel caso Obama ha
eliminato alcune sanzioni nei confronti del Paese asiatico, un processo già iniziato nel 2011. Ultima la visita in
Vietnam pochi giorni fa in cui il presidente ha annunciato la
cancellazione dell’embargo alla vendita di armi.
Durante il suo discorso ad Hanoi Obama ha detto che “le grandi nazioni non devono comportarsi da bulle con le piccole”, una frecciata all’atteggiamento aggressivo di Pechino. Tant’è che il governo cinese non ha apprezzato l’annuncio della visita di Obama a Hiroshima criticando entrambe le parti. Dalle pagine del Quotidiano del Popolo, organo del Partito Comunista cinese, si legge che con questa rappacificazione il Giappone si fa passare come vittima e gli Stati Uniti si ingraziano il paese dopo i soprusi del conflitto secondo mondiale. La Cina da tempo infatti pretende l'ammissione dei crimini durante l'impero Giapponese. Anche senza scuse Barack Obama con questa visita chiude il processo avviato nel 2009 con il discorso di Praga, in cui sognava un mondo senza armi nucleari e un disarmo a livello globale. E che gli valse il premio Nobel per la Pace. Obama guarda al futuro e forse uno dei più rivoluzionari presidenti che gli Stati Uniti abbiano mai avuto stupirà ancora una volta.