Il direttore dell’istituto Diw di Berlino analizza l'impatto negativo che l'evento potrebbe avere sull'economia tedesca e su quella del continente europeo

La Germania ci perderà più di tutti. In economia e in politica l’anno scorso le imprese tedesche hanno esportato merci per 90 miliardi in Gran Bretagna, dopo gli Usa e la Francia il loro terzo mercato. E gli investimenti diretti in Inghilterra di Bmw, Bosch o Lidl sono arrivati a 121 miliardi. Per questo,«la Brexit avrà un impatto negativo molto forte in Germania», dice Marcel Fratzscher, direttore dell’istituto Diw di Berlino.

Fratzscher, quanto negativo questo impatto?
«Ci sarebbero forti ripercussioni in primo luogo sui rapporti commerciali tra la Germania e l’Inghilterra. Ma il mio timore più grande è che un’eventuale Brexit inneschi meccanismi speculativi sui mercati finanziari che si ripercuoteranno innanzitutto sulla Germania».
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La Germania sarebbe il più grande perdente di una Brexit secondo Clemens Fuest dell’istituto Ifo di Monaco. È d’accordo?
«Il vero perdente sarebbe la stessa Inghilterra. Sul Continente, subito dopo la Germania, le mie preoccupazioni vanno a Paesi come l’Italia, con una economia oggi molto più debole di quella tedesca».
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Secondo l’agenzia di consulenza Roland Berger, in Inghilterra la Brexit comporterebbe la perdita di 80 mila posti di lavoro. Sul mercato del lavoro in Germania cosa accadrebbe?
«Le imprese tedesche investirebbero di meno in Gran Bretagna, per puntare invece su altri Paesi della Ue. Anche sul mercato del lavoro tedesco vi sarebbero perdite, ma non così tante. Più che i rapporti commerciali tra Germania e Inghilterra saranno gli investimenti diretti delle imprese tedesche a diminuire. Non credo che si possano davvero quantificare quanti miliardi Brexit costerà all’economia tedesca. I costi anche in termini politici si farebbero drammatici se la fuoriuscita inglese spingesse in Italia o in Francia le forze politiche populiste ed antieuropee a decidere via referendum sull’euro. A questo punto, come nell’estate del 2012, Paesi come l’Italia o la Spagna si ritroverebbero di nuovo con le spalle al muro e la moneta comune sull’orlo del baratro».
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Quali sono i vantaggi della permanenza dell’Inghilterra nella Ue?
«Il più evidente per i tedeschi è che con l’Inghilterra continueremmo ad avere un partner che in Europa è la seconda forza economica. Non dimentichiamo poi che il Regno Unito è orientato al libero mercato e a meno burocrazia statale».
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D’altra parte la piazza finanziaria di Francoforte approfitterebbe di un crollo di prestigio a Londra...
«Non credo affatto che una Brexit verrebbe a rafforzare gli affari sulle piazze di Francoforte, Parigi o a Milano: in Europa non vi saranno veri vincitori di una Brexit, ma solo perdenti. E gli unici attori finanziari ad approfittarne si troveranno a New York, Hong Kong o Shanghai».

Berlino rischierebbe l’isolamento nella Ue?
«Sì, perché Berlino si ritroverebbe ad assumersi ancora più responsabilità all’interno della Ue. E questo, senza la sponda inglese, potrebbe portare a contrasti nella Ue e a un più netto isolamento di Berlino».