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Mondo
luglio, 2016

Ahmet Sik: "Non esiste più nessuno che possa fermare Erdogan"

Intervista all'intellettuale, incarcerato in passato, per aver scritto un libro sul contributo del movimento gulenista alla presa di potere del presidente. Che ora invece vuole distruggere i suoi ex alleati

Istanbul - "Se c'è davvero Fethullah Gülen dietro questo tentativo di golpe, allora ha offerto a Erdogan una grande opportunita, un vero dono di Dio come lui stesso ha detto". A parlare, nel primo giorno in cui mette piede fuori  casa, la camicia bianca stropicciata e lo sguardo insicuro, è Ahmet Sik, 45 anni, giornalista e intellettuale finito un anno in carcere per avere scritto un libro sul funzionamento del movimento Gulenista, una sorta di P2 turca, con il cui aiuto il presidente Recep Tayyip Erdogan è salito al potere e che ora è determinato a distruggere.

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“Non è un caso che a finire in carcere adesso siano magistrati e avvocati di alto rango”, racconta in un caffe tra i vicoli alberati e contorti dietro piazza Taksim: “Il clerico islamista Fethullah Gülen aveva piazzato i suoi uomini  30 anni fa e adesso sono tutti ai vertici della polizia, della magistratura, dell’esercito e dell’intelligence. Erdogan conosce molti di loro perche sono stati suoi alleati in passato”.

Come mai non sono riusciti a portare a termine il golpe?
"Non sono abbastanza potenti all’interno dell’esercito. La purga effettuata nel 2009 dal governo in alleanza con i gulenisti ha lasciato molti militari scossi e arrabbiati. Furono arrestati molti generali non fedeli a Gülen o al governo. La scusa fu che un’organizzazione ultrascolarista chiamata Ergenekon, dal nome mitologico di una remota valle turca, stava complottando per rovesciare lo Stato. Ovviamente piu tardi si scoprì che non era vero ma nel frattempo tutti gli uomini non fedeli furono rimossi dall’incarico. Il colpo di stato è fallito perché all’interno dell’esercito ci sono diverse correnti di pensiero: ormai sono 15 anni che l’esercito non è più un blocco compatto ma diviso in fazioni in lotta tra loro. I tempi sono cambiati."

Ahmet Sik (Foto di Alfredo Chiarappa per l’Espresso)
Certo è che i numeri dei militari arrestati sono impressionanti…
"Oltre 8 mila persone solo nell’esercito, più i giudici e i poliziotti e i funzionari pubblici. Quasi 20 mila persone in pochi giorni. La cosa ridicola però è che tra i generali arrestati adesso ce ne sono alcuni che furono arrestati anche nel 2009 quando furono messi sotto accusa dai gulenisti. Adesso sono invece accusati di essere gulenisti. Ridicolo! Erdogan sta semplicemente cogliendo l’occasione per fare fuori tutti coloro che non sono suoi fedelissimi."

Un nome?
"Oktay Huduti. Questo è il generale che venerdì notte intimò ai suoi di tornare in caserma ma adesso è sotto arresto. Apparentemente è stata trovata una lista di incarichi che sarebbero stati distribuiti ai ribelli se il golpe avrebbe avuto successo e c’era anche il suo nome. Forse ha cambiato idea dopo che è scattato il golpe. Non si sa. Fa parte del mistero sul perché l’operazione è fallita."

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Ci sono anche 8mila poliziotti rimossi dall’incarico…
Certo, e le purghe continueranno. I prossimi saranno gli accademici. Il Capo del Consiglio dell’Educazione Superiore, Mehnet Ali Yekta, ha già chiesto a tutti i rettori di rimuovere i professori gulenisti. Si tratta di un’operazione che in Turchia rientra nei parametri della legalità anche se ormai quei parametri sono molto, molto vaghi.

Il quadro democratico è in caduta libera?
La situazione sta peggiorando velocemente. Ormai Erdogan e i suoi possono fare qualsiasi cosa contro i loro oppositori. Hanno compilato intere liste di oppositori prendendo i nomi direttamente da Twitter, analizzando i commenti contrari. In questa atmosfera non è possibile essere neutrali. O si è con loro o contro di loro. Non c’è più spazio in Turchia per gli indipendenti.

Vuol dire che tra le migliaia di persone incarcerate o allontanate dal lavoro ci sono anche liberali e indipendenti? Perché i giornali turchi non denunciano i casi di manifesta irregolarità?
Ma certo che ci sono! Però non ci sono giornali o canali televisivi disposti a pubblicare le loro storie. E tutti i media maggiori sono sotto il controllo di Erdogan. Con questo colpo di stato fallito la democrazia, che era già agonizzante, sarà ulteriormente ridotta. Adesso non esiste più nessuno che possa fermare Erdogan dal governare da solo. Domani potranno arrestare me oppure deportare un giornalsita straniero, come accadde durante le protste di Gezi Park. Non esiste più un confine netto tra legale e illegale. Erdogan ha come modello personale Vladimir Putin e come modello di stato il Qatar. Quello sarà il futuro della Turchia.

Non ha pensato a lasciare il paese?
Questa è la mia terra. Non sono io che me ne devo andare.

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