L'aggressione è avvenuta verso le 22.30, nella piazza affollata della metropoli londinese. E' morta in seguito alle coltellate una donna di 60 anni, cittadina americana, feriti altri cinque passanti. Fermato l'omicida, è un 19enne con problemi psichici, norvegese di origine somala. Agli inquirenti non risulta fosse radicalizzato

Notte di paura a Londra, dopo che una donna è stata uccisa a coltellate e cinque passanti sono rimasti feriti nella centralissima Russell Square, a poca distanza dal British Museum e nella stessa area in cui il 7 luglio 2005 una bomba  provocò 56 morti e oltre 70 feriti.  Verso le 22.30 ora locale, mentre la piazza era piena di gente, un ragazzo ha cominciato a scagliarsi contro i passanti impugnando un coltello. Una donna di 60 anni, di nazionalità statunitense, è morta in seguito alle ferite ricevute, altri passanti sono rimasti feriti: due sono di nazionalità britannica, gli altri tre sono di nazionalità australiana, israeliana e americana. Il ragazzo, 19enne, è stato immobilizzato dalla polizia e ed è rimasto sotto sorveglianza in ospedale. Dimesso stamane, è stato preso in custodia dalla polizia. Si tratta di un norvegese di origine somala. "Continuiamo a concentrare la nostra linea d'indagine sulla salute mentale dell'arrestato" precisa Scotland Yard, aggiungendo che "restano peraltro aperte le piste sul movente" senza citare esplicitamente l'ipotesi terroristica. 


Nella capitale tuttavia la tensione per possibili attacchi terroristici è alta da tempo. Solo domenica scorsa, il capo di Scotland Yard, Bernard Hogan-Howe, aveva ripetuto che "un attacco è una questione di quando, non di se", mentre ieri è stato annunciato l’impiego di ulteriori 600 poliziotti armati in città, per un totale di quasi tremila uomini e donne al lavoro sulla prevenzione di attacchi terroristici.


Dopo gli attentati terroristici di Parigi, Bruxelles e Nizza, le misure di sicurezza in città sono state rafforzate, nonostante il livello di minaccia sia considerato «grave» già dall’agosto del 2014.
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Il sindaco Sadiq Khan, ha rivolto un appello ai londinesi perchè rimangano "calmi e vigili" dopo l’aggressione della notte scorsa. Il sindaco ha aggiunto che la polizia sta facendo "un lavoro incredibilmente difficile" e che la tutela dei londinesi è "la priorità numero uno".


Il sindaco ha confermato che la polizia ha parlato con il giovane, che è stato arrestato sul posto e ora è in ospedale, "per cercare di accertare in pieno i fatti, compresi i motivi di questo attacco". "Io chiedo a tutti i londinesi di rimanere calmi e vigili. Per favore riportate qualsiasi cosa sospetta alla polizia. Tutti noi possiamo giocare un ruolo importante come ’occhi e orecchì della nostra polizia e dei servizi di sicurezza e per fare in modo che Londra sia protetta".

Si moltiplicano sui media britannici i paralleli fra l'attacco di ieri sera e quello compiuto nel dicembre scorso nella stazione periferica della metropolitana di Leytonstone, nell'est di Londra, da Muhiddin Mire, un trentenne britannico di origini somale che con armi da taglio ferì in modo grave un passeggero. Mire, come il 19enne arrestato per i fatti di questa notte, fu allora descritto dagli investigatori come una persona con problemi mentali ed è tuttora recluso in un ospedale psichiatrico, ma la polizia accertò anche che si era in qualche modo ispirato su internet alla propaganda dei jihadisti dell'Isis. Proprio nei giorni scorsi Mire è stato condannato all'ergastolo (ma con la possibilità di invocare la libertà su cauzione fra poco più di otto anni) da un giudice che nel verdetto lo ha in effetti indicato come uno squilibrato, riconoscendone tuttavia pure un movente di tipo terroristico. 

La reazione sui social network dei cittadini britannici e dei londinesi all'attacco racconta di un mix di sentimenti: c'è chi si complimenta per l'azione della polizia, che è riuscita in soli sei minuti a prendere vivo il colpevole, chi invece si dice certo della matrice islamista dell'attacco, e chi invece esorta a non perdere la calma.