Tra gli oltre 40 autorizzati a partecipare, tre sono formazioni di estrema destra, ultranazionaliste e xenofobe. Che invocano la pena di morte e si appellanno alla “libertà”

Sangue sul lenzuolo, come il 25 giugno. Questa volta però sotto al telo ci sono tre bambole di pezza e le macchie sono di vernice. Sopra, un cartello con il volto dei tre candidati principali alle elezioni: Olaf Scholz (Spd), Annalena Baerbock (Verdi) e Armin Laschet (Cdu). Come a dire: «Le vostre mani sono sporche del sangue delle vittime».
È la protesta inscenata dal partito neonazista Der dritte weg, letteralmente «La terza via». Una ventina di loro si è radunata nel centro di Würzburg, bandiere verde bottiglia e cartelli contro i «traditori del popolo» tra le mani, per manifestare contro gli stranieri. «Mentre il sistema recita il solito teatrino, noi parliamo di temi importanti», così avevano annunciato l’evento su Telegram. Per farlo hanno sfruttato una tragedia avvenuta tre mesi fa: tre morti e otto feriti. Con le indagini ancora in corso e, al momento, nessuna matrice islamica confermata.


Secondo i servizi segreti interni tedeschi, Der dritte weg è un partito revisionista e antisemita, ostile «all’ordinamento democratico del Paese». Proprio su Telegram gli oltre 3mila iscritti commemorano infatti figure di spicco del nazionalsocialismo. Come Albert Leo Schlageter, l’ufficiale che la propaganda nazista definì «il primo soldato del Terzo Reich». E l’SS Reinhard Höhn.
Eppure il partito fondato nel 2013 ha tutti i requisiti formali per partecipare alle elezioni. Corsa che affronta a modo suo, per esempio appendendo manifesti su cui campeggia a caratteri cubitali una scritta che lascia poco spazio all’immaginazione: «Appendi i Verdi». E presentando un programma in dieci punti, tra cui spiccano l’introduzione della pena di morte per chi uccide i bambini, la chiusura delle frontiere agli stranieri (li chiamano «neger», negri) e l’uscita da Nato e Unione europea.
Quello che chiedono i «nazionalisti, rivoluzionari, socialisti», si definiscono così, di Der dritte weg si discosta poco dalle idee di Alternative für Deutschland, il partito nazionalista e xenofobo che dal 2017 è diventato la più grande forza di opposizione in Parlamento. Anche loro parlano di uscita dall’Ue, flirtano con la Dexit ma poi mitigano i toni: «Sarebbe l’estrema ratio, prima preferiamo negoziare accordi vantaggiosi per tutti i cittadini», dice a L’Espresso il leader Tino Chrupalla.

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Un voltafaccia poco gradito. AfD, si legge sul sito di Der dritte weg, «è stata la rovina dei veri patrioti nazionalisti. Ogni voto per loro è un voto al sistema», scrivono. Non sono gli unici a pensarla così. Lo fa anche Npd, la seconda formazione estremista, neonazista e antidemocratica autorizzata a partecipare alle elezioni. La propaganda diffusa su Telegram è simile a quella di Der dritte weg: «il partito è uno dei pochi baluardi contro l’invasione», rifiuta vaccino e Green pass e considera i media nemici allineati con i partiti dominanti. Npd propone una sorta di mondo rovesciato, in cui le sue posizioni sono «opinioni scomode» da dover esporre su canali alternativi, come Telegram, perché «la visione imperante del mondo, solo apparentemente democratica, ne ostacola la diffusione».

Su Internet, il leader Frank Franz si rivolge direttamente agli elettori: «Contiamo su di voi, parlate con i vicini, aiutateci a diffondere i nostri volantini». E nello spot elettorale accusa la cancelliera Merkel e la coalizione di cui è a capo di aver fallito nel proteggere i tedeschi e le loro libertà. Npd vuole insomma dipingersi come forza antisistema. Proprio quel Npd che ha avuto un seggio nel Parlamento europeo, occupato dall’ex europarlamentare Udo Voigt, condannato per aver elogiato l’operato delle SS.


La retorica di Npd da una parte solletica gli istinti più biechi dei suoi elettori, dall’altra costruisce una rete sistematica di alleanze europee, come quella con il partito Alliance for peace and freedom, impegnato a promuovere valori patriottici e cristiani. Partito che tra l’altro parla italiano: il presidente è Roberto Fiore, segretario nazionale della formazione di estrema destra Forza nuova. I legami sono forti anche con un’altra associazione, pro life e contraria ai diritti Lgbt+: Europa terra nostra. Il cui segretario generale, Jens Pühse, è un ex politico proprio del partito nazionaldemocratico.
L’ultimo della galassia estremista è il Thüringer heimatpartei (Thp). È il prodotto di politici fuoriusciti da Npd lo ha fondato nel 2020 Timo Pradel, ex candidato del partito nazionaldemocratico, e da Alternative für Deutschland. Non è un caso isolato, anche il fondatore di Der dritte weg, Klaus Armstroff, proviene dalle file di Npd, presente sulla scena politica tedesca fin dal 1964. E non stupisce neanche che alcuni personaggi abbiano lasciato AfD per dare vita a una formazione come Thp, collocata ancora più a destra sull’asse politico. Proprio nel 2020, infatti, è stata sciolta la cosiddetta Flügel, l’ala più radicale di AfD, dopo che i servizi segreti interni l’avevano classificata come una formazione di estrema destra. Smantellata alla spicciolata dai vertici del partito, timorosi che tutta la formazione venisse messa sotto osservazione.


Come gli altri due, anche Thp si oppone alle misure attuali per contenere la pandemia. Apre all’ingresso dei migranti, ma solo in caso siano «utili all’interesse della Germania», scrivono nel loro programma. L’elemento su cui questo partito fa leva più degli altri è il patriottismo, un sentimento che, ne sono convinti, deve essere trasmesso ai bambini fin dall’asilo. Un’affermazione simile a quella del leader di AfD, che pochi giorni fa aveva chiesto di introdurre nelle scuole lo studio di più poesie popolari tedesche. Salvo poi essere colto in fallo da un ragazzino, che durante una trasmissione televisiva gli aveva chiesto quale fosse il suo componimento preferito. Dopo qualche secondo di silenzio e un movimento impacciato del piede, Chrupalla aveva risposto che no, in quel momento non gliene veniva in mente nessuno.


Al voto, il Paese europeo che più di tutti ha fatto i conti con lo spettro del nazismo si presenta con due anime. Quella rappresentata dai servizi segreti interni, che dopo la vicenda della Flügel avevano assicurato: «Nessuna tolleranza per gli estremisti». E quella di partiti dichiaratamente neonazisti, estremisti, xenofobi, antidemocratici. Liberi di usare bambole di pezza e imbrattarle di vernice, costruendo propaganda elettorale su una tragedia ancora fresca. E liberi, grazie a quella democrazia che invocano e rinnegano a piacimento, di presentarsi alle elezioni.