Intervista

Kirill Martynov (Novaja Gazeta): «Pagheremo con un regime fascista questa guerra insensata. Il futuro della Russia? È tragico»

di Massimiliano Coccia   4 aprile 2022

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Quasi tutti i canali di informazione sono bloccati. E siamo andati troppo oltre. Parla il vicedirettore del quotidiano che è stato l’ultima vittima di censura del Cremlino

Più il conflitto in Ucraina va avanti e più la stretta sulla libera informazione in Russia aumenta. Un effetto dettato dalle necessità sempre più urgente del regime di Vladimir Putin di controllare, osservare ed intervenire in una narrazione interna che è l’unica ancora di salvezza per scongiurare una guerra civile nel Paese.


Gli effetti delle sanzioni sono sempre più forti, se a questo dovesse aggiungersi anche lo stop all’importazione del gas e del petrolio russo in Europa, le ripercussioni sulla popolazione potrebbero essere drammatiche. Nella testa di Putin e dei suoi uomini più stretti si agitano gli spettri che determinarono la cosiddetta “crisi costituzionale del 1993”, quando la Duma si ribellò a Boris Eltsin.


Uno degli ultimi obiettivi degli uomini della censura del Cremlino è stato “Novaja Gazeta”, il quotidiano diretto dal Premio Nobel per la Pace, Dimitri Muratov e che nel passato recente pagò col sangue di Anna Politkovskaja, colonna del giornale, la sua passione per la libertà e i diritti.


Tra un volo di linea e un incontro clandestino, Kirill Martynov, vicedirettore della testata, cerca di tenere in piedi una linea di continuità tra i giornalisti e l’opinione pubblica russa, che ha come unico canale di approvvigionamento informativo quel che resta del web. La stanchezza di questi giorni è evidente sul suo volto, ma accetta di rispondere alle nostre domande.

Kirill, come sta vivendo l'opinione pubblica russa questa stretta repressiva dovuta al conflitto?
«I russi sono spaventati e disorientati. Anche se in qualche modo sostieni Putin, è abbastanza difficile abituarsi al fatto che lo stato ti proibisce semplicemente di parlare apertamente e di contare i soldati uccisi o anche di usare il termine "guerra". Quasi tutti i canali di informazione in Russia sono bloccati, qualsiasi altro fatto oltre alle versioni folli del Ministero della Difesa, secondo il quale la guerra è una "operazione contro i neonazisti ucraini", viene ufficialmente considerato come falso e illegale. Si è già andati troppo oltre. Per esempio, proprio ora le autorità russe stanno cercando di costringere Wikipedia a rimuovere un articolo sull'invasione dell'Ucraina. Allo stesso tempo, molti giovani russi e intellettuali stanno cercando di organizzare un movimento contro la guerra - la loro voce deve essere ascoltata».

La Russia di Vladimir Putin è un paese dove corruzione e oligarchia sono sempre andate d'accordo. Cosa può rompere questa alleanza?
«L'oligarchia russa è cambiata negli ultimi decenni. Ora Putin è l'unico "proprietario privato" in Russia, e il grande business può esistere solo perché Putin lo permette. Da un lato, le sanzioni stanno spaccando questa alleanza, ma dall'altro, stanno costringendo coloro che non hanno un posto dove andare a dimostrare una sempre maggiore, insopportabile fedeltà al regime. Penso che una spaccatura nelle élite sia abbastanza probabile se i costi della guerra per i funzionari corrotti superano significativamente i potenziali guadagni provenienti da questa fedeltà. Ma mi sembra che il destino della Russia sia nelle mani dei suoi cittadini, non delle élite. Affinché le élite si sollevino contro Putin, hanno bisogno di un chiaro sostegno pubblico».

Le sanzioni contro la Russia e l'invio di armi al governo ucraino sono le due principali soluzioni adottate dall'Europa e dagli Stati Uniti per fermare Putin. Pensa che siano efficaci?
«Credo che l'Unione Europea stia dimostrando la sua vitalità e spieghi anche il senso della sua esistenza. Gli europei stanno facendo quello che è stato descritto da Kant nel suo trattato "Verso la pace perpetua": una federazione commerciale di repubbliche che combattono contro la guerra, costringendo l'aggressore alla pace. L'Unione Europea sta sfatando il mito della propaganda russa secondo cui è debole e incapace di un'azione decisiva perché gli scaffali dei negozi in Russia sono vuoti - l'impatto delle sanzioni sull'economia russa, che dipende all'80% dalle forniture globali, è devastante. Gli Stati Uniti e l'Europa non vogliono combattere Putin in altri modi per ovvie ragioni - stiamo parlando di un conflitto nucleare».

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La guerra contro l'Ucraina è la guerra di Putin contro l'Europa. Sul piano interno quanto pesa il fallimento sul campo?
«La società russa non capisce ancora la portata della catastrofe militare in Ucraina. Questo è chiaramente facilitato dal fatto che le autorità russe nascondono i dati sulle perdite - solo una parte di esse è riconosciuta ufficialmente. Quei russi che hanno accesso a informazioni indipendenti e vogliono vedere la verità, capiscono che l'esercito russo è diventato una vittima del piano folle di Vladimir Putin e della sua stessa corruzione che ha prosperato per molti decenni».

Cosa farete per continuare a informare i russi? C'è un modo per aggirare la rigida censura del governo?
«Il principale canale per fornire informazioni indipendenti alla Russia ora è YouTube, che è ancora disponibile per gli utenti russi (a differenza di Facebook, Twitter, Instagram, giornali, canali TV indipendenti e così via), che è guardato da 50 milioni di persone. Ci sono diversi canali YouTube indipendenti in lingua russa che trasmettono sia dalla Russia che dall'estero. Tuttavia, mi sembra che le autorità russe siano pronte a spegnere questa popolare piattaforma. Questo aggraverà la situazione nella società, ma il Cremlino non ha nulla da perdere. Come giornalisti stiamo cercando nuovi modi per fornire informazioni al grande pubblico russo, nonostante tutti questi divieti».

In Italia, i media danno spesso molto spazio a studiosi, analisti e commentatori che sembrano essere favorevoli al Cremlino. Quanto è profonda la propaganda putiniana in Europa secondo lei e come giudica questa tendenza?
«Penso che la propaganda russa in Europa abbia subito un colpo devastante, perché nessuno può più sostenere la guerra folle. Spero che il numero di alleati di Putin in Europa diminuisca. Stiamo vivendo una situazione di una nuova Europa divisa, il ritorno del muro di Berlino, che non è più a Berlino, fortunatamente per i tedeschi, ma purtroppo per gli ucraini. In queste condizioni, concetti come "neutralità" o "comprensione della politica di Putin" non sono più appropriati».

Cosa vi aspettate dalla comunità internazionale riguardo alla censura che colpisce i media indipendenti russi?
«Siamo grati alla comunità internazionale per il sostegno che stiamo ricevendo. Penso che ora sia chiaro a tutti quanto sia prezioso il giornalismo indipendente, che è almeno capace di chiamare una guerra “guerra”, e non "operazione speciale". Il mondo moderno è abbastanza aperto, vediamo la solidarietà dei giornalisti e dei politici democratici attraverso tutte le frontiere. Sono convinto che insieme creeremo un giornalismo onesto e consegneremo le nostre informazioni alla Russia».

Cosa si augura per il futuro del suo paese?
«Il futuro della Russia è tragico. Abbiamo iniziato una guerra senza senso, la pagheremo con un regime fascista nel nostro paese e forse con il collasso dello Stato stesso. Credo che quello che stiamo vivendo ora sia il vero crollo dell'URSS, perché nel 1991 era solo una leggera rincorsa. Sulle rovine della Federazione di Putin, i giovani russi cercheranno di costruire una nuova comunità politica - libera e rispettosa degli altri paesi. Auguriamo loro di avere successo».