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Sì, mangiare insetti può aiutare il mondo che ha fame

di Maurizio Di Pietro, scuola di fotografia Wsp Roma   6 ottobre 2023

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Il cambiamento climatico e la carenza di acqua rendono l'allevamento di insetti una risorsa. Il progetto fotografico di questa settimana selezionato da L'Espresso (a cura di Tiziana Faraoni) racconta le sperimentazioni Italia su questo settore

La vita di milioni di persone è a rischio. Secondo il report Sofi 2023 – “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”, pubblicato a luglio, la situazione è drammatica: nel 2022 circa 258 milioni di persone in 58 diversi Paesi necessitavano urgentemente di cibo e assistenza per il proprio sostentamento. Un numero in crescita per il quarto anno consecutivo: la disponibilità di cibo e acqua è minacciata anche dal cambiamento climatico, dalle conseguenze della pandemia di Covid, dai conflitti in corso.

 

L’obiettivo “Fame Zero” delle Nazioni Unite, cioè il raggiungimento della sicurezza alimentare entro il 2030, sembra lontano. Secondo l’Onu, per contribuire a contrastare la crisi alimentare sarebbe necessario pensare agli insetti come risorsa. Il loro allevamento a scopo alimentare è, infatti, una pratica sostenibile che si sta diffondendo sempre più nel mondo: dal 2015, nell’Ue, gli insetti commestibili e gli alimenti che li contengono sono considerati “Novel Food”. Con il via libera alla vendita. Tra i prodotti autorizzati a oggi, per esempio, ci sono le farine di tarme e grilli.

 

Maurizio Di Pietro, studente della Masterclass della scuola di fotografia Wsp di Roma, attraverso il suo racconto per immagini mostra come in Italia coesistano molteplici sperimentazioni: un viaggio tra imprenditori, aziende, ricercatori e realtà che – attraverso lo studio, il commercio e il consumo di insetti – tentano di dare il loro contributo alla sicurezza alimentare nel mondo.

 

Dal luglio 2017 le farine di insetti possono essere usate nei mangimi per l’acquacoltura. La Commissione europea ha equiparato questa fonte proteica a quella di pollame e suini. La professoressa Laura Gasco le somministra a galline e pesci. In basso: i grilli domestici, gli ultimi approvati dall’Ue

 

 

 

Ferdinando Baldacchino, entomologo e ricercatore presso il Centro Enea Trisaia, dipartimento di Sostenibilità del territorio e dei sistemi produttivi, verifica temperatura e umidità all’interno dell’allevamento di Tenebrio molitor, le tarme della farina

 

 

L’Hermetia illucens è una specie originaria dell’America centrale e del Sudamerica neotropicale che si è diffusa in tutti i continenti. Questi insetti sono comunemente chiamati mosche soldato, perché l’aspetto degli adulti ricorda le uniformi militari, e sono bioconvertitori

 

L’AUTORE
Maurizio Di Pietro nasce a Torino nel 1974. Durante il suo percorso universitario si forma anche come fotografo di scena, ma viaggiando scopre ben presto la fotografia documentaria e collabora con varie Ong in Marocco, Sri Lanka, Guatemala e Cisgiordania. Negli anni frequenta la Masterclass alla scuola di fotografia Wsp di Roma e, dal 2016, affronta temi a lui molto cari. Tra questi, il cambiamento climatico e i suoi effetti.