Accade all’estero
L'Ue trova l'accordo sui migranti: si potranno rifiutare pagando 20mila euro a persona. Le notizie dal mondo
Trump incriminato per la seconda volta. La nebbia arancione sopra New York. La democrazia sotto attacco in Senegal. Il Partito comunista e TikTok. Ecco i fatti della settimana
L'Ue trova un primo accordo sui migranti
«Dopo anni di stallo, questa settimana i ministri degli Interni e della Giustizia dei Paesi Ue hanno la possibilità di cambiare rotta sulle politiche migratorie europee, ma ancora una volta l’orientamento è rafforzare i meccanismi di respingimento dei migranti, esternalizzare le frontiere, minando di fatto il diritto di asilo», aveva dichiarato l’ong Oxfam prima del vertice di Lussemburgo tra i 27 paesi Ue dell’8 giugno.
«Per quanto riguarda le procedure di frontiera, su cui l'Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal decreto Cutro, siamo riusciti a ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne», ha, infatti, detto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi a proposito dell’accordo che l’Unione europea ha trovato sui migranti, dopo ben 12 ore di negoziati.
L’accordo prevede una procedura comune in tutta l’Unione per concedere o revocare la protezione internazionale e per stabilire velocemente alle frontiere chi può avere l’asilo: le domande dovranno essere esaminate entro 12 settimane. Sarà introdotta una quota annuale di posti da ripartire in ogni Paese sulla base di una formula che tiene conto del Pil e della popolazione. Ci sarà il meccanismo di solidarietà, che in caso di boom di arrivi consente al Paese interessato di applicare misure eccezionali. Si stabilirà un bacino di 30mila ricollocamenti l'anno e i Paesi che non vorranno partecipare al meccanismo potranno farlo pagando 20 mila euro per ogni migrante non accolto. Saranno definiti dei Paesi terzi sicuri dove sarà possibile inviare i migranti che non ricevono asilo. Saranno i singoli Stati a sceglierli.
L’accordo arriva dopo 9 anni di negoziati. Per l’approvazione definitiva si dovrà trovare una posizione comune con il Parlamento Europeo.
Donald Trump incriminato
«Io sono un uomo innocente», ha scritto Donald Trump sulla sua piattaforma Truth Social: «È un giorno buio per l’America», per rispondere al procuratore speciale Jack Smith che gli ha contestato sette capi d'accusa per il caso dei documenti segreti trafugati nella residenza di Mar-a-Lago.
Tra le imputazioni: appropriazione indebita di carte appartenenti allo Stato, falsa testimonianza e cospirazione per ostacolare la giustizia. L'incriminazione è stata presentata nel distretto federale di Miami, dove Trump dovrà presentarsi davanti ai giudici martedì. Per la prima volta nella storia degli Usa un ex presidente è stato incriminato per reati federali.
«La militarizzazione delle forze dell’ordine federali rappresenta una minaccia mortale alla società libera. Da anni vediamo che la legge viene applicata in modo ineguale in base all’appartenenza politica», ha dichiarato in difesa di Trump il suo avversario alle primarie Ron DeSantis.
La nebbia arancione sopra New York
Il cielo della città di New York si è oscurato mercoledì pomeriggio a causa del fumo degli incendi in Canada, facendo precipitare Manhattan (e non solo) in un arancione intenso e nebbioso, peggiorando la qualità dell'aria in cinque distretti e causando la cancellazione di alcuni voli.
Controffensiva Ucraina
Anche se manca una dichiarazione ufficiale del governo ucraino, l’Istituto per lo studio della guerra ha confermato che la controffensiva ucraina è iniziata domenica 4 giugno: nei giorni scorsi le truppe ucraine hanno guadagnato terreno attorno a Bachmut e vicino al confine tra le oblast di Zaporižžja e Doneck.
La scorsa notte, invece, un’operazione a ovest dell’oblast di Zaporižžja non è riuscita a far arretrare le forze di occupazione. Da come andrà questa campagna di controffensiva dipende l’esito del conflitto.
In Senegal la democrazia è sotto attacco
16 morti e almeno 350 feriti per gli scontri in corso da giorni in Senegal tra la polizia e i manifestanti che protestano contro la condanna di Ousmane Sonko, leader dell’opposizione e aspirante candidato alle presidenziali. Assolto dalle accuse di stupro è stato condannato a due anni di reclusione, per «corruzione di giovani», un reato che riguarda chi offende la morale «incitando, promuovendo o favorendo la dissolutezza o la corruzione di un minore di 21 anni».
Illuminare le periferie
Perché l’Ucraina sì e il Mali no? Perché l’Ucraina sì e lo Yemen no? Risponde a questa domanda IL RAPPORTO “Illuminare le periferie" a cura di Cospe, Osservatorio di Pavia, Usigrai, Fnsi in collaborazione con Rai per la Sostenibilità e Carta di Roma, Zona e con il sostegno Aics.
«Perché l’Ucraina è vicina, ci interessa direttamente come paese. Perché questo conflitto è tangibile e fa più paura, è alle porte dell’Europa e minaccia la nostra stabilità economica», si legge nel report. «Ma non raccontare certi scenari, certi contesti, fa perdere di vista connessioni importanti, interdipendenze, legami, che restituiscono la complessità di questi tempi. In una parola non fanno comprendere la contemporaneità».
Nel 2022 l’area geografica dell’Europa è stata protagonista di tre quarti delle notizie estere (74%). A seguire, il Nord America e l’Asia (11%), mentre notiamo anche che, in controtendenza con il reale peso politico ed economico di questi paesi, Africa e Centro Sud America patiscono una costante marginalizzazione mediatica: l’Africa, per esempio, ha ricoperto il 13% dell’agenda estera dei notiziari nel 2013 e solamente il 2% nel 2022; il Centro-Sud America il 6% nel 2013 e solo l’1% nel 2022.
Intelligenza artificiale e crimini di guerra
Secondo Bbc, gli algoritmi di moderazione dei contenuti dei social potrebbero eliminare i contenuti multimediali che documentano le violazioni dei diritti umani.
L’intelligenza artificiale è sempre più utilizzata per rimuovere dai social i contenuti offensivi o che possono turbare la sensibilità degli utenti. Ma questo crea problemi anche a chi, dai territori di conflitto, denuncia le violazioni di diritti umani.
Il Partito comunista e Tok Tok
Come scrive il The Guardian, il partito comunista cinese ha avuto accesso ai dati TikTok dei manifestanti di Hong Kong, inclusi l’Id della scheda Sim e gli indirizzi Ip. Yintao Yu, ex dirigente della società madre di TikTok, ByteDance, ha affermato che il partito comunista cinese ha avuto dall'app ai dati dei manifestanti di Hong Kong e degli attivisti per i diritti civili. Nel tentativo di identificare le persone e le loro posizioni.