Medio oriente in fiamme
Cucina con gli aiuti, I food blogger resistenti di Gaza
A 10 anni, Renad propone ricette utilizzando il poco cibo dei carichi umanitari. Hamada, un passato da recensore, fa lo stesso e Time lo ha scelto tra le 100 personalità più influenti
Vi mostro come fare degli ottimi pancake senza uova, perché qui a Gaza ne impediscono l’ingresso». Per molti giovani palestinesi il cibo è uno strumento di resi- lienza, un ponte tra la quotidianità e il desiderio di una vita senza tumulti. Così, nel bel mezzo di una guerra che devasta esistenze e cancella vite, Renad Attallah e Hamada Shaqoura, senza più la possibilità di frequentare la scuola o di svolgere il proprio lavoro, portano avanti una cucina di resistenza trasformando ingredienti recuperati dagli aiuti umanitari in contenuti digitali educativi. Un’impresa eroica dato che, secondo gli ultimi dati di Save the Children, l'83 per cento degli aiuti alimentari necessari non arriva a Gaza, rispetto al 34 per cento del 2023. Un crollo che ha già costretto le persone nella Striscia a passare da una media di due pasti al giorno a uno solo a giorni alterni, e che entro la fine dell’anno porterà 50.000 bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni ad aver necessità urgente di cure per malnutrizione. Renad Attalah, dieci anni, di Gaza, condivide con la sorella più grande, che ne gestisce il profilo, le sue creazioni culinarie sotto il nickname @renadfromgaza. Le video-ricette pubblicate sui social raccontano di una cucina di necessità: dagli hamburger con la carne in scatola, al caffè freddo senza caffeina, dal lecca-lecca di zucchero caramellato alle torte al miele con latte in polvere. Ma raccontano soprattutto come una bambina si sia adattata alla devastazione che ha intorno.
«Cucinare mi dà speranza e conforto», racconta la piccola Renad, che non ha mai perso il sorriso, mostrando non solo un profondo legame con la sua terra, ma anche una determinazione incrollabile, dimostrando che i limiti sono superabili, anche quando mancano i profumi e i sapori dell'infanzia e resta solo la volontà di portare avanti messaggi positivi. «Prima della guerra, il venerdì mattina, dopo una lunga settimana di studio, facevamo colazione con un piatto di vermicelli. Oggi resta solo la stanchezza». Renad condivide molti dei suoi ricordi online, testimoniando una realtà spogliata di tutto ciò che fino a qualche tempo fa rendeva la vita di altre bambine come lei quasi normale. Hamada Shaqoura, 33 anni, originario di Rafah, usa il cibo, invece, come veicolo di denuncia sociale. Inserito dalla rivista americana Time tra le 100 persone più influenti del 2024, Shaqoura, prima dell’ultimo conflitto, si dedicava principalmente alla gastronomia, recensendo quelli che considerava i migliori locali di Gaza. Oggi, documenta la preparazione di piatti realizzati con ingredienti provenienti dagli aiuti umanitari. I suoi video, seguiti da migliaia di follower, mostrano da una parte la preparazione della ricetta, dall’altra anche il momento in cui distribuisce gli stessi piatti ai bambini e alle famiglie locali, mettendo ancora una volta in luce la resilienza dei suoi concittadini. Attraverso il cibo – forse l'elemento che più di ogni altro rappresenta l'identità di un popolo – questi ragazzi riescono a connettere menti e cuori provenienti da ogni angolo del mondo. Celando, dietro le loro ricette, storie di resistenza e speranza, in cui si mescolano ricordi e sogni per il futuro. Preparazioni che diventano atti di resistenza culturale, offrendo a chi guarda uno scorcio autentico di vita, forza e identità.