Gli spari sui civili a Gaza e la fame come strumento di guerra. La campagna elettorale Usa sulla pelle dei migranti. Il ritiro dell'Onu dal Rdc. I fan di Bolsonaro in Brasile. Ecco i fatti della settimana

Russia, in centinaia ai funerali di Navalny
A Mosca venerdì 1 marzo si sono svolti i funerali del dissidente politico Alexei Navalny, tra i principali oppositori del presidente russo Vladimir Putin, a due settimane dalla morte avvenuta all'interno del carcere di massima sicurezza, in Siberia, in cui era recluso. Sarebbe morto per «cause naturali», secondo il Cremlino ma sono in tanti a non crederci. Attorno alla chiesa nella periferia di Mosca in cui si sono svolte le celebrazioni si sono radunati centinaia di suoi sostenitori uniti dal grido «La Russia sarà libera». A circondare l'area anche decine di veicoli delle forze dell’ordine e alcuni camion della polizia antisommossa.

Yulia Navalnaya, la moglie di Navalny, che vive all'estero, non ha partecipato al funerale. Ma ha pubblicato un messaggio d'addio su X con un video della loro vita insieme: «Grazie per 26 anni di assoluta felicità. Sì, anche degli ultimi tre anni di felicità. Per l'amore, per avermi sempre sostenuto, per avermi fatto ridere anche dal carcere, per il fatto che mi hai sempre pensato. Non so vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù felice per me e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò. Ti amerò per sempre. Riposa in pace».

 

Usa, campagna elettorale sulla pelle dei migranti
Sulle rive dello stesso fiume, Rio Grande in Texas, ma a 300 miglia di distanza, il presidente Joe Biden e lo sfidante repubblicano Donald Trump giovedì scorso hanno parlato (e litigato), sulla questione “immigrazione”, al confine tra Stati Uniti e Messico. Argomento che diventa ogni giorno più centrale nella campagna elettorale per elezioni presidenziali di novembre 2024. Come racconta l'agenzia di stampa Ap, I loro viaggi sono stati organizzati in maniera molto simile: sono arrivati in Texas a mezz'ora l’uno dall’altro, hanno scelto il proprio luogo ottimale da cui parlare, si sono fatti fare un briefing sui problemi locali, hanno passeggiato lungo la riva del Rio Grande. E hanno parlato direttamente con la folla arrivata per ascoltarli. L’ex presidente Trump prima di attaccare Biden avrebbe salutato i migranti dall’altro lato del fiume e detto: «A loro piace Trump. Riuscite a crederci?»

 

Gaza, spari sulla folla
Più di cento di palestinesi (le vittime totali così sono oltre 30 mila) giovedì, mentre si radunavano per prendere il cibo dai camion con gli aiuti umanitari arrivati nella città di Gaza dopo giorni di assenza, sono state uccisi dall’esercito israeliano che ha aperto il fuoco sulla folla. Le autorità israeliane hanno riferito che i soldati hanno considerato la folla «una minaccia» ma negano di aver sparato sulle persone affamate che, secondo la loro versione, sarebbero invece morte a causa della la calca. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che le morti richiederanno un’indagine efficace e indipendente e che è rimasto «scioccato» dall’incidente.

 

 

Russia, la visione di Putin
Nel discorso di quasi due ore che il Presidente della federazione Russa ha tenuto il 29 febbraio, in vista delle elezioni che si terranno tra due settimane, Vladimir Putin ha raccontato la sua visione del Paese per i prossimi 6 anni. Caratterizzata da toni aggressivi nei confronti dell’Occidente a cui Mosca non avrebbe timore di rispondere se si sentisse minaccia. Putin ha parlato di conflitto nucleare, ha detto di avere armi capaci di «raggiungere i vostri territori». Ha sottolineato le «conseguenze tragiche» per i Paesi della Nato che decidessero di inviare truppe in Ucraina, mentre crescono i timori per un allargamento del conflitto in Transnistria visto che l’autoproclamata repubblica sul territorio moldavo ha chiesto aiuto alla Russia.

 

Congo, il ritiro dell’Onu
Dopo le violente manifestazioni anti-occidentali da parte di centinaia di cittadini a metà febbraio, a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo, è iniziato il ritiro della missione delle Nazioni Unite Monusco, come chiesto dal governo del Paese che la ritiene inefficace. Che però - come si legge nella nota dell’Onu - era già stato deciso alla fine dello scorso febbraio. La prima tappa è stata la consegna ufficiale alle autorità congolesi di una base nel Sud Kivu, regione preda della violenza dei gruppi armati. La missione era attiva nella Rdc da 25 anni con circa 15 mila uomini. Si tratta di «momento storico» secondo il comandante delle forze armate della Monusco, il generale Diouf Khar.  

 

Ue, Agricoltori a Bruxelles
«Le regole devono essere uguali per tutti». A chiederlo sono gli agricoltori arrivati a Bruxelles da diversi Paesi membri dell’Unione in occasione del Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura del 26 febbraio. Per esprimere insoddisfazione per le risposte non ancora adeguate della Commissione alle richieste che da più di un mese portano per le strade e nelle piazze. Secondo la polizia belga, sono stati circa 900 i trattori che hanno formato un lungo corteo. Cassonetti e copertoni sono stati dati alle fiamme, tre agenti di polizia sarebbero rimasti feriti negli scontri.

 

Brasile, i fan di Bolsonaro sono migliaia
Decine di migliaia di sostenitori hanno accolto Jair Bolsonaro il 25 febbraio a San Paolo, in Brasile. Con l’obiettivo di sostenere l’ex presidente che afferma di essere vittima di persecuzione politica. Dopo che un tribunale brasiliano, lo scorso luglio, lo ha dichiarato ineleggibile per otto anni per avere diffuso false informazioni sul sistema di voto elettronico. E dopo che, pochi giorni fa, è stato interrogato dalla polizia federale sul suo presunto coinvolgimento nel tentativo di colpo di Stato finito con la rivolta di Brasilia dell’8 gennaio 2023.

Svezia, si alla Nato
«Una giornata storica. Il Paese è pronto ad assumersi la propria responsabilità per la sicurezza euro-atlantica». Così il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha salutato l’approvazione da parte del Parlamento ungherese – che pone fine a mesi di dispute diplomatiche – dell’adesione della Svezia alla Nato. Sono trascorsi quasi due anni da quando il Paese storicamente neutrale aveva chiesto di aderire all’Alleanza, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.