Accade all'estero
Cibo, cellulari e phon: la Russia regala gadget per convincere a votare nelle elezioni più inutili di sempre
E poi una nuova stage di civili a Gaza. L'estrema destra che vince in Portogallo. L'Irlanda che dice no a una Costituzione meno sessista, Haiti nel caos, la stabilità riconquistata del Senegal. Ecco i fatti della settimana
In Russia si vota per Putin
Si sono aperte le urne in Russia. Qui dal 15 al 17 marzo, oltre 110 milioni di elettori sono chiamati a votare il presidente che guiderà il Paese per i prossimi 6 anni. I candidati sono Leonid Slutsky, del partito nazionalista Liberal Democratico, Vladislav Davankov, del Nuovo Partito Popolare, Nikolai Kharitonov, del Partito Comunista. E Vladimir Putin già presidente della federazione Russa, al potere da 24 anni. Che, secondo gli analisti vincerà senza dubbio. Anche perché chi si oppone a Putin ha una vita dura: meno di un mese fa è morto in carcere il suo principale oppositore Alexei Navalny, pochi giorni fa Leonid Volkov, collaboratore di Navalny, è stato aggredito in Lituania. E il vicepresidente del colosso petrolifero Lukoil, seconda più grande impresa della Russia, è deceduto «improvvisamente all'età di 54 anni». Boris Nadezhdin, il candidato apertamente contrario al proseguimento della guerra in Ucraina, è stato escluso dalla corsa verso il Cremlino. Oltre che a vincere, però, sembra che Putin punti all’alta affluenza e soprattutto a coinvolgere i giovani. Secondo il Moscow Time, i funzionari locali russi si stanno sforzando per incoraggiare il pubblico ad andare a votare: nella città siberiana di Omsk, ad esempio, agli elettori tra 18 e i 24 anni verrà regalato un biglietto per la ruota panoramica. I residenti della regione di Altai, invece, potranno vincere un iPhone 15 o un asciugacapelli Dyson se andranno a votare. E la lista è molto lunga: sembra che la maggior parte degli eventi gratuiti si svolgeranno a mezzogiorno di domenica 17, proprio quando i sostenitori di Navalny hanno indetto una protesta contro Putin.
Gaza, un’altra strage
I soldati israeliani hanno di nuovo aperto il fuoco sulla folla in attesa del cibo nella città di Gaza. Sembra che almeno 21 persone siano state uccise più di 150 ferite. Per il ministero della Sanità di Hamas: «Le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira un gruppo di cittadini in attesa di aiuti umanitari presso una rotatoria di Gaza City». Israele invece nega di aver sparato di nuovo sui civili affamati. Nel frattempo però rifiuta la proposta di tregua presentata da Hamas ai mediatori Egitto e Qatar, definendo «inaccettabile», il ritiro totale dalla Striscia.
Portogallo, ha vinto l’estrema destra
È il partito di estrema destra Chega il «vero vincitore» delle elezioni legislative che si sono svolte il 10 marzo in Portogallo. È arrivato terzo, ottenendo poco più del 18 per cento dei voti, 48 seggi in Parlamento. Ma il risultato raggiunto è più che raddoppiato rispetto al 2022. E arriva in un momento di instabilità per il Paese, visto che l’Alleanza democratica, la coalizione di centrodestra, ha ottenuto solo pochi voti in più del centrosinistra con il partito socialista. Rendendo difficile la formazione di un governo solido.
L’Irlanda dice no a una Costituzione meno sessista
L’Irlanda ha detto no al doppio referendum sulla modifica della Costituzione in senso meno sessista convocato l’8 marzo, nella Giornata internazionale dei diritti delle donne. Il primo quesito proponeva di allargare il concetto di «famiglia fondata sul matrimonio» alle «relazioni durature» e di «convivenza fra coppie o con i figli». Il secondo puntava a eliminare la clausola che fissa come un dovere «la cura domestica» da parte della donna con una formulazione che allargasse il concetto di assistenza a tutti i membri della famiglia.
Grecia, approvato il disegno di legge per le università private
Il disegno di legge per consentire alle università private straniere di aprire filiali in Grecia è stato approvato dal Parlamento greco il 9 marzo, con 159 voti a favore su 300. Sebbene da mesi gli studenti del Paese avessero avviato un’intensa ondata di proteste per opporvisi, manifestando per le strade delle città e occupando oltre la metà degli atenei. Per il primo ministro Kyriakos Mitsotakis il disegno di legge contribuirà a impedire l’esodo di molti giovani verso le università degli altri Stati Ue.
Senegal, torna la stabilità?
La crisi in Senegal, dovuta alle manifestazioni che stavano destabilizzando il Paese (18 milioni di abitanti, considerata una delle più stabili democrazie dell’Africa occidentale) era iniziata dopo che l’attuale presidente Macky Sall aveva deciso di rinviare le elezioni. Adesso sembra che stia finalmente per terminare: le elezioni sono state indette per il prossimo 24 marzo. E i 19 candidati alle presidenziali hanno iniziato la loro breve ma intensa campagna elettorale. Nel frattempo anche il principale leader dell’opposizione Ousmane Sonko, è stato scarcerato insieme al suo principale alleato, Bassirou Diomaye Faye a seguito di un decreto del Presidente per un’amnistia in favore dei prigionieri politici. Sembra che Macky Sall punti alla distensione dopo mesi di disordini politici. Alla notizia della della liberazione, tante persone sono scese per le strade della capitale Dakar per festeggiare.
Ad Haiti il caos è totale
Come riporta la Bbc, la Repubblica di Haiti sta precipitando nel caos. Dallo scorso fine settimana la violenza sta di nuovo crescendo, soprattutto nella capitale Port-au-Prince, dove le bande armate hanno attaccato il Palazzo nazionale e dato fuoco al ministero degli Interni. Nel frattempo il primo ministro Ariel Henry, al potere da quando l’ex presidente Jovenel Moïse è stato assassinato nel 2021, ha annunciato le dimissioni. Visto che le tensioni nell’isola sono dovute anche al fatto che, lo scorso 7 febbraio, Henry non ha organizzato le elezioni come promesso.
In India sono iniziate le deportazione dei rifugiati del Myanmar
L’India, la settimana scorsa, ha iniziato a deportare il primo gruppo di rifugiati birmani. E si sta organizzando per rimandarne indietro altri nei prossimi giorni, dopo aver annunciato che metterà fine alla politica di frontiera senza visti con il Myanmar. Anche a causa delle tensioni etniche che destabilizzano il Paese che ha accolto migliaia di civili scappati dopo il golpe militare del 2021. «Il primo gruppo di cittadini birmani entrati illegalmente in India è stato deportato», ha detto N. Biren Singh, primo ministro dello Stato nord-orientale del Manipur, sul confine.