Accade all'estero

I talebani vogliono reintrodurre la lapidazione per le donne accusate di adulterio. Le notizie dal mondo

di Chiara Sgreccia   29 marzo 2024

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Afganistan

La risoluzione Onu ignorata a Gaza. Le elezioni in Senegal che riportano la democrazia. Il divieto di utilizzare il linguaggio inclusivo nelle scuole della Baviera. Gli attacchi di al-Shabaab in Somalia. E i preoccupanti dati Onu sull'accesso all'acqua

In Afghanistan torna la lapidazione per le donne
Come riporta il Guardian, lo scorso fine settimana il leader supremo, Hibatullah Akhundzada, ha annunciato che i talebani inizieranno a far rispettare la loro interpretazione della sharia in Afghanistan. Reintroducendo, quindi, anche la fustigazione pubblica e la lapidazione delle donne per adulterio. «Potresti definirla una violazione dei diritti delle donne quando le lapidiamo o le fustighiamo pubblicamente per aver commesso adulterio perché sono in conflitto con i tuoi principi democratici, [Ma] io rappresento Allah, e tu rappresenti Satana», ha detto il Akhundzada in una trasmissione sulla Radio Television Afghanistan controllata dai talebani, rivolgendosi agli occidentali: «L’opera dei talebani non è finita con la presa di Kabul, è appena iniziata». Le organizzazioni per i diritti umani denunciano come il silenzio della comunità internazionale stia permettendo la definitiva deteriorazione dei diritti delle donne.

Vite sospese
Afghanistan, la lotta delle donne che non hanno più diritti
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A Gaza non è cambiato niente
L’approvazione della risoluzione Onu per il cessate il fuoco non ha portato nessun cambiamento a Gaza: le forze israeliane continuano a bombardare la Striscia e a condurre operazioni sul terreno in cui i civili muoiono. A preoccupare ancora di più però è la catastrofe umanitaria che si aggrava ogni giorno. Anche la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di garantire l’accesso senza restrizioni agli aiuti umanitari. Ma fino ad ora il governo Netanyahu VI non ha commentato in alcun modo la richiesta.

 

In Senegal vince l’opposizione. Così torna la democrazia
Dopo mesi di turbolenza politica nel Paese considerato baluardo della democrazia nell’Africa occidentale sembra tornata la stabilità: domenica 24 marzo in massa i senegalesi si sono recati alle urne per eleggere il nuovo presidente dopo che la Corte suprema aveva annullato il rinvio delle elezioni disposto dal presidente uscente Macky Sall. Bassirou Diomaye Faye, il candidato d’opposizione ha ottenuto la maggioranza dei voti, e sarà il nuovo presidente: è stato segretario generale del Pastef, partito sciolto lo scorso agosto. E alleato di Ousmane Sonko, esponente di spicco dell’opposizione. Come lui anche Faye è stato in carcere fino a 10 giorni prima del voto, accusato di diffamazione. L’avversario nelle elezioni Amadou Ba dell’attuale colazione di governo e Sall si sono congratulati con lui ammettendo la sconfitta.

 

 

Lo stato tedesco della Baviera vieta il linguaggio inclusivo nelle scuole
Il 19 marzo lo stato tedesco della Baviera ha vietato l’uso di un linguaggio inclusivo e sensibile al genere nelle scuole e nelle università. Il governo dello stato tra i più popolosi della Germania, in cui risiedono circa 13 milioni di abitanti, storicamente conservatore, ha approvato le modifiche alle norme che regolano l’uso del tedesco in tutte le istituzioni pubbliche vietando l’uso di asterischi, puntini, simboli che rendono il linguaggio inclusivo, nei documenti ufficiali e durante le lezioni. Non è chiaro se gli insegnanti o altri dipendenti statali saranno soggetti a sanzioni se infrangono le regole.

 

In Somalia al-Shabaab attacca di nuovo
«Diverse autobombe hanno attaccato la base dopo aspri combattimenti. Al-Shabaab ha catturato la base», ha raccontato a Reuters un ufficiale dell’esercito somalo a proposito dell’attacco dei terroristi di a una base militare a 40 chilometri da Mogadiscio, la capitale della Somalia. «Poi i rinforzi del governo hanno combattuto ferocemente e hanno cacciato Al-Shabaab», ha aggiunto sempre l’ufficiale. Nell’attacco però, avvenuto il 23 marzo, almeno 17 persone sono state uccise. Pochi giorni prima, i fondamentalisti islamici avevano attaccato un hotel vicino al palazzo presidenziale e ucciso tre persone.

 

I dati dell’Onu sull’accesso all’acqua. Indispensabile per la pace
Secondo l’ultimo Rapporto sullo sviluppo idrico delle Nazioni Unite circa una persona su quattro nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. Quasi la metà della popolazione mondiale, 3,6 miliardi di persone, non dispone di servizi igienico-sanitari sicuri. Mentre sono quasi un milione e mezzo le persone che muoiono per la scarsità d’acqua. I dati sono stati presentanti in occasione della giornata mondiale dell’acqua il 22 marzo. E dimostrano come la risorsa stia diventando sempre di più importante nel determinare la stabilità politica globale.

 

 

In Ecuador il narcotraffico è un'emergenza di Stato
La sindaca più giovane dell'Ecuador, Brigitte Garcia, di 27 anni e un membro del suo staff, il responsabile della comunicazione Jairo Loor sono stati trovati morti in un’auto nella mattinata del 24 marzo. La polizia ha riferito che sono stati uccisi con colpi d’arma da fuoco. Il delitto è avvenuto durante lo stato di emergenza in vigore dall’inizio dell’anno nel Paese in preda a un’ondata di violenza che le autorità attribuiscono al traffico di droga. Sono già morte per il narcotraffico più di 20 persone.

 

Gli infermieri fuggono dal Regno Unito alla ricerca di condizioni migliori
Sono sempre di più gli infermieri stranieri, originari di paesi extra Ue in cui hanno ottenuto la laurea, che lasciano in Regno Unito dopo averci lavorato per qualche anno, alla ricerca di posti di lavoro meglio retribuiti. E lasciano così il sistema sanitario locale a corto di personale. Sembra che la Gran Bretagna sia diventata solo una “tappa” nella loro carriera. Lo svela un’inchiesta del The Guardian secondo cui numero di infermieri che si trasferiscono in altri paesi è raddoppiato tra il 2021-22 e il 2022-23, raggiungendo la cifra record di 12.400. Ed è quadruplicato da prima della pandemia di Covid-19.

 

In india è finito Holi festival
Da rito religioso a festival che accoglie turisti che arrivano da tutto il mondo: il 25 marzo si è conclusa la settimana dell’Holi, la festa indù dei colori, con cui viene celebrata la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera in India, Nepal, e altri paesi dell'Asia meridionale. È il momento dell’anno in cui milioni di persone riempiono le strade ballando, cantando e spargendosi sul corpo polveri dai colori accesi. Per celebrare la rinascita, accogliere il bene e lasciare andare il negativo.