Medio oriente in fiamme
La Corte internazionale di Giustizia ordina a Israele di fermare l'offensiva su Rafah
Medio oriente in fiamme
La Corte internazionale di Giustizia ordina a Israele di fermare l'offensiva su Rafah
La sentenza letta da Nawaf Salam, capo del tribunale internazionale de L'Aia, prevede lo stop delle operazioni dell'Idf. «La situazione è disastrosa»
Per Nawaf Salam, il giudice che presiede la Corte internazionale di giustizia, Israele deve fermare immediatamente l’offensiva militare su Rafah: «Qualsiasi azione che potrebbe causare la distruzione totale o in parte della popolazione palestinese a Gaza», si legge nella sentenza emessa dal tribunale internazionale de L’Aia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, che si è espresso il 24 maggio sulla richiesta del Sudafrica di ordinare l’immediata fine dell’offensiva militare israeliana su Gaza e di facilitare l’accesso di aiuti umanitari.
Dalle parole di Salam si capisce anche che Israele dovrà adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio. E che entro un mese il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu dovrà riportare alla Corte i progressi compiuti nell’applicazione delle misure ordinate.
«Il genocidio di Israele è continuato a ritmo sostenuto e ha appena raggiunto una nuova e orribile fase», aveva detto, infatti, la scorsa settimana l’ambasciatore del Sud Africa Vusimuzi Madonsela a proposito dell’operazione israeliana su Rafah che ha costretto più di 900 mila persone ad abbandonare l’area al sud della Striscia, al confine con l’Egitto, dove si erano rifugiate per scappare dai bombardamenti delle Idf che hanno seguito l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Durante le operazioni israeliane lungo la Striscia a oggi sono morte almeno 35.800 persone. Mentre più di 80 mila sono quelle ferite.
Per il Sudafrica i cambiamenti della situazione sul campo che hanno seguito i pronunciamenti della Corte Onu dello scorso marzo - secondo cui Israele avrebbe dovuto fare il possibile per prevenire atti di genocidio a Gaza - hanno ulteriormente aggravato la situazione. La situazione umanitaria a Rafah è «ulteriormente peggiorata» ha detto, infatti, proprio in proposito Salam durante l’udienza: «La situazione a Gaza è disastrosa».
Mentre il tribunale internazionale de L’Aia si pronuncia i carri armati e le truppe israeliane avanzano nel sud-est di Rafah, dirigendosi verso il quartiere ovest della città, ancora densamente popolato. «Stiamo rafforzando il nostro impegno contro Rafah. L’operazione andrà avanti e aumenterà con altre forze di terra e dall’aria. Raggiungeremo i nostri obiettivi», aveva detto infatti il ministro della difesa Yoav Gallant a proposito dell’operazione. «Nessun potere sulla terra fermerà Israele dal proteggere i suoi cittadini e perseguire Hamas nella Striscia», aveva aggiunto, invece Avi Hyman, portavoce del governo Netanyahu poche ore prima che la Corte di Giustizia de L’Aja si riunisse, mentre i pazienti ricoverati all’interno dell’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah rischiano di morire per la mancanza di carburante, conseguenza dell’assedio della Striscia da parte di Israele, che dura da otto mesi e ha messo fuori uso la maggior parte degli ospedali del territorio. Il direttore medico dell’Ospedale ha spiegato che non c’è combustibile per alimentare i generatori e senza elettricità «tutti i pazienti saranno condannati a morte».