Le elezioni
Per la prima volta in Sudafrica il partito che fu di Nelson Mandela potrebbe non arrivare alla maggioranza
Negli ultimi dieci anni le condizioni di vita dei cittadini del Paese con l'economia più avanzata del continente africano sono peggiorate. E anche per questo l'Anc rischia di non arrivare al 50 per cento dei voti
Sono le elezioni più significative degli ultimi trent’anni. Ma anche le più imprevedibili: più di 27 milioni di persone (su oltre 60 milioni di abitanti) mercoledì 29 maggio sono andate alle urne in Sudafrica per scegliere i 400 membri dell’Assemblea nazionale. Che a loro volta, entro trenta giorni, dovranno eleggere il Presidente che guiderà il Paese per i prossimi sei anni.
L’uscente Cyril Ramaphosa, 71 anni, dell'Anc - l’African National Congress - il partito rimasto ininterrottamente al governo dal 1994, quando con le prime elezioni multietniche della storia del Paese, Nelson Mandela venne eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica per procedere con la normalizzazione dopo la fine dell'apartheid, punta alla rielezione. Ma non è detto che ci riuscirà.
Come confermano anche i primi dati dai seggi che in alcune città hanno chiuso con un notevole ritardo (all’1 anziché alle 21 ad esempio in alcune zone di Città del Capo) - secondo cui le preferenze per l’Anc sono attorno al 43 per cento - il partito di Ramaphosa potrebbe per la prima volta non raggiungere il 50 per cento più uno dei voti degli elettori, necessario per avere la maggioranza assoluta. E quindi potrebbe essere costretto o a formare un governo di coalizione con altri partiti in corsa per le elezioni (che sono tanti, non meno di 70). O a immaginare una soluzione nuova, in grado di riflettere gli equilibri che cambiano, nel Paese che dopo, appunto, oltre trent’anni dalla fine dell’apartheid si attesta ancora come lo Stato con il divario più ampio al mondo tra ricchi e poveri (secondo l’indice di Gini, la misura globale della distribuzione della disuguaglianza).
Ma non solo. In Sudafrica, sebbene la sua economia resti la più avanzata del continente africano, negli ultimi 10 anni le condizioni di vita della maggior parte della popolazione sono peggiorate: la criminalità è cresciuta - nei mesi finali del 2023 c’è stato un omicidio ogni venti minuti -. E la disoccupazione è aumentata soprattutto nella fascia d’età 15-34 anni, dove è arrivata a superare il 40 per cento.
Ecco perché, come sottolineano la maggior parte degli analisti, è soprattutto tra i giovani che emerge la necessità di una trasformazione sociale. Anche come conseguenza del fatto che non hanno vissuto quello che è stato l’apartheid, sono arrabbiati con chi governa il Paese per gli alti livelli di corruzione che hanno generato sfiducia verso le istituzioni e il loro funzionamento. Che cosa desiderano verra fuori dalle urne considerando che la maggior parte della popolazione ha meno di 34 anni.
Nonostante i lati negativi, però, l’Anc resta il partito con la maggioranza tra gli elettori. Segue, secondo le prime analisi dei risultati, la Democratic Alliance il secondo partito del paese e la maggiore forza di opposizione che è vicino al raggiungimento delle 26 per cento delle preferenze. Guida un blocco di 11 partiti con un programma che punta soprattutto ad aumentare l’occupazione. La terza forza politica è quella degli Economic Freedom Fighters, guidata da Julius Malema, per adesso all’8,5 per cento. Di stampo marxista promuove un programma di trasformazione economica radicale che trova maggior seguito tra la popolazione giovane e nera dove il malessere è più alto.
Nel tentativo di recuperare consensi, Cyril Ramaphosa due settimane prima del voto ha firmato un disegno di legge per introdurre la copertura sanitaria universale per tutti gli abitanti del Sudafrica. Con l’obiettivo di istituire un fondo pubblico per migliorare il sistema sanitario nazionale attuale, fatiscente e sovraccarico. E di limitare il ruolo delle assistenze sanitarie private. «Un passo importante nel viaggio verso una società più giusta», ha commentato il presidente.
Se sarà stato in grado di convincere ancora una volta gli elettori a sostenere l’Anc si saprà definitivamente il prossimo 2 giugno, quando verranno comunicati i risultati ufficiali del voto. Intanto il resto del mondo guarda con attenzione a quanto succede nel Paese che resta un punto di riferimento nella regione, sia nazionale sia internazionale. Per le relazioni commerciali, l’Unione europea ad esempio è il primo partner commerciale del Paese e il primo investitore. Ma anche per quello che riguarda gli equilibri geopolitici: membro dal 2010 dei Brics, il forum delle economie emergenti, e l’unico paese africano del G20, il Sudafrica si è mostrato più volte in grado di veicolare gli interessi del continente africano (e del Sud globale) nel mondo. Negli ultimi mesi ha attirato l’attenzione internazionale per aver portato Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia accusandolo di atti di genocidio.