Mosca accusa gli Usa per il raid in Crimea e minaccia di rispondere. Le grandi città vanno al centrosinistra ma l'affluenza scende ancora più giù. Ilaria Salis: "Non sarò l'anti-Vannacci". Le notizie del giorno

Assange patteggia con gli Stati Uniti. Adesso è libero 
Il cofondatore di Wikileaks Julian Assange è stato rilasciato dal carcere di Belmarsh a Londra dove era detenuto da cinque anni. La notizia è stata data da WikiLeaks, l'organizzazione da lui fondata, che ha pubblicato sui social media un video di Assange mentre si imbarcava su un volo in partenza dal Regno Unito all'aeroporto di Stansted di Londra. L'annuncio della liberazione di Assange arriva poco dopo la notizia che si sarebbe dichiarato colpevole questa settimana di aver violato la legge statunitense sullo spionaggio, in base a un accordo che gli avrebbe permesso di tornare nella sua nativa Australia. I pubblici ministeri statunitensi hanno affermato nei documenti del tribunale che Assange, 52 anni, ha accettato di dichiararsi colpevole dell'unico reato di aver cospirato per ottenere e divulgare documenti riservati della difesa nazionale degli Stati Uniti, secondo i documenti depositati presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per le Isole Marianne Settentrionali. Assange sarà condannato nel corso di un'udienza sull'isola di Saipan, nelle Isole Marianne Settentrionali, domani alle 9 ora locale. Secondo l'accordo, che dovrà essere approvato da un giudice, è probabile che gli verranno accreditati i cinque anni che ha già scontato e non dovrà affrontare un nuovo periodo di carcere. WikiLeaks ha precisato in una nota che Assange ha trascorso in carcere 1.901 giorni, ''in una cella di 2 metri per 3 metri, isolato 23 ore al giorno''. WikiLeaks nel 2010 ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti militari statunitensi riservati sulle guerre di Washington in Afghanistan e Iraq, le più grandi violazioni della sicurezza di questo tipo nella storia militare degli Stati Uniti, insieme a una serie di dispacci diplomatici.

 

La Russia accusa: "Gli Usa dietro al raid in Crimea, risponderemo"
Per la Russia non ci sono dubbi: dietro al bombardamento missilistico che ha ucciso quattro persone su una spiaggia in Crimea, tra cui due bambini, ci sono gli Stati Uniti, i quali dovranno pagarne "le conseguenze". Mosca ha lanciato un avvertimento formale a Washington, convocando al ministero degli Esteri l'ambasciatrice Lynne Tracy, mentre il Cremlino ha accusato "i governi occidentali" di "uccidere i bambini russi".

Le forze russe hanno accompagnato i moniti verbali con un bombardamento nella regione di Odessa, vicino dunque alla Crimea, in cui hanno affermato di avere colpito "un grande centro logistico delle forze armate ucraine dove avviene l'immagazzinamento, lo stoccaggio e la ridistribuzione di armi, compresi i missili, consegnate al regime di Kiev dai Paesi occidentali". Così come occidentali, in particolare americani, sono i missili Atacms che secondo Mosca sono stati impiegati nel raid di domenica, con bombe a grappolo.

Gli ucraini si sono limitati a confermare un bombardamento avvenuto oggi su un deposito a Odessa che ha provocato tre feriti, ma senza precisare la natura di questa struttura. Sempre fonti di Kiev hanno detto che quattro persone sono state uccise e 34 ferite in un attacco russo compiuto con l'impiego di due missili Iskander-M su Pokrovsk, nella regione orientale di Donetsk, mentre un uomo è rimasto ucciso in un bombardamento nella località di Stepanivka, nella regione meridionale di Kherson.

La Russia ha detto all'ambasciatrice Tracy che giudica gli Stati Uniti equamente responsabili con l'Ucraina per il raid sulla Crimea di domenica, con un bilancio di quattro morti - tra cui un bambino di due anni e una bambina di nove - e oltre 150 feriti. Quindi "seguirà sicuramente una risposta". Secondo Mosca, infatti, il bombardamento è stato compiuto con l'impiego di cinque missili americani Atacms, di cui quattro sono stati abbattuti mentre il quinto, raggiunto dai colpi della difesa aerea, ha lasciato cadere il suo carico di bombe a grappolo sulla spiaggia affollata di bagnanti. Ma soprattutto, riprendendo un'accusa già lanciata dal presidente Vladimir Putin, il ministero degli Esteri ha affermato che gli Atacms possono essere impiegati solo con l'intervento diretto di "specialisti Usa" che vi inseriscono i dati raccolti dai satelliti americani. Inoltre, in quel momento "un drone da ricognizione americano Global Hawk era in volo nei cieli vicino alla Crimea".

Per Mosca, insomma, a guidare i vettori verso il bersaglio è stato personale militare statunitense. E il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha invitato i giornalisti a chiedere ai governi occidentali "perché uccidono i bambini russi". Le autorità di Mosca non hanno detto quale potrebbe essere la rappresaglia contro gli Usa. Ma Putin aveva ipotizzato qualche settimana fa di rispondere all'utilizzo da parte dell'Ucraina di armi occidentali per colpire il territorio russo - quale considera la Crimea, annessa nel 2014 - con l'invio di missili in "regioni del mondo" da dove potrebbero minacciare "obiettivi sensibili" di Paesi Nato. E dopo la visita a Pyongyang della settimana scorsa non ha escluso di fornire tali armamenti alla Corea del Nord, da dove potrebbero prendere di mira le forze americane nella penisola. A Kiev, intanto il presidente Volodymyr Zelensky ha presentato il nuovo comandante delle guardie di sicurezza, il colonnello Oleksiy Morozov, dopo il licenziamento del predecessore Serhiy Rud in seguito alla denuncia di un complotto per uccidere lo stesso capo dello Stato e alti funzionari governativi di cui erano stati accusati due ufficiali. Zelensky ha esortato Morozov a fare "pulizia rispetto a chiunque scelga di servire l'Ucraina".

 

Usa a Hezbollah: "Non riusciremo a fermare Israele"
L'inviato del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Amos Hochstein, ha avvertito la settimana scorsa i funzionari libanesi che il suo Paese non sarebbe stato in grado di impedire l'invasione di Israele se Hezbollah avesse continuato i suoi attacchi allo Stato ebraico, riferisce il sito di notizie Axios, citando un funzionario statunitense, un funzionario israeliano e un diplomatico occidentale. Hochstein era in Libano la settimana scorsa per chiedere l'"urgente" riduzione degli scontri a fuoco transfrontalieri tra Hezbollah e Israele, in corso dall'inizio della guerra di Gaza.

L'inviato Usa ha anche visitato Israele e ha avuto colloqui a Gerusalemme con il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, nonché con i leader dell'opposizione. Durante il suo incontro con il presidente del parlamento libanese Nabih Berri, un alleato di Hezbollah, Hochstein avrebbe chiesto che fosse inviato un messaggio al leader del gruppo, Hassan Nasrallah, precisando che gli Stati Uniti non controllano Israele. Hochstein ha consigliato a Hezbollah di negoziare indirettamente con Israele, piuttosto che aumentare le tensioni al confine, riferisce Axios. Secondo Axios, i funzionari statunitensi sarebbero anche preoccupati del fatto che, mentre i combattimenti continuano a Gaza, una guerra tra Israele e il gruppo libanese stia diventando sempre più probabile. "Ci vorrà l'interesse di tutti per porre fine a questo conflitto adesso. E crediamo che ci sia un percorso diplomatico per farlo. Se le parti sono d'accordo", ha detto Hochstein durante la visita della settimana scorsa. 

 

Le grandi città vanno al centrosinistra ma l'affluenza scende ancora più giù
En plein nelle grandi città per il centrosinistra ai ballottaggi con la conquista di tutti e 5 i capoluoghi di Regione in palio (6 considerando Cagliari vinto al primo turno). Mentre le buone notizie per la maggioranza di governo vengono da Lecce, dove torna Adriana Poli Bortone (che ha ricevuto la chiamata di complimenti di Matteo Salvini), Rovigo, Verbania e Caltanissetta, comuni che cambiano colore passando al centrodestra. A vincere, però, è ancora una volta il partito del non voto con l'affluenza finale alle urne che si ferma, come per le Europee, sotto il 50% dei votanti: 47,71%, in forte calo rispetto al primo turno quando era stata del 62,83%. Un dato allarmante ma anche endemico, come rileva il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Dai ballottaggi sottolinea la seconda carica dello Stato "emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l'astensione. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l'avversario al primo turno. Inaccettabile". Intanto il centrosinistra canta vittoria, in primis la segretaria del Pd Elly Schlein. "Una vittoria storica per il Pd ed il campo progressista", dice la segretaria Dem che rivendica la vittoria a Firenze, Bari, Campobasso, Perugia, Potenza e Cagliari. "È irrevocabile: le città hanno bocciato la destra che governa - aggiunge - e mandato un messaggio chiaro a Giorgia Meloni. Basta tagli alla sanità, basta ai salari bassi e no all'autonomia differenziata". "I cittadini premiano i progetti d'intesa tra le forze di opposizione - commenta M5s in una nota - frutto non di alchimie di palazzo ma di una convergenza che si va consolidando nelle aule parlamentari quanto nelle piazze. È questo un dato che conforta e incita a continuare".

La segretaria Dem, a un'ora dalla chiusura dei seggi e in barba alla scaramanzia, prende il telefono per complimentarsi con i neo-sindaci di Firenze, Sara Funaro e di Bari, Vito Leccese (poi chiamerà anche quelli di Perugia, Vibo Valentia e Campobasso). Una vittoria, quella nei due capoluoghi di Regione, che era nell'aria e arriva con percentuali bulgare per l'ex capo di gabinetto di Antonio Decaro, Vito Leccese, che si impone su Fabio Romito con oltre il 70% dei voti. Ma anche per Funaro che diventa la prima donna alla guida di Palazzo Vecchio col 60% delle preferenze sull'ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, al 39,4%. Meno scontata la vittoria del campo largo a Perugia con Vittoria Ferdinandi, anche qui la prima volta di una sindaca donna, che ottiene il 59,12% battendo la collega Margherita Scoccia.

Del resto il risultato delle amministrative nei capoluoghi racconta anche un piccolo record: mai così tante donne, infatti, 6 su 14 sono le prime cittadine che guideranno altrettante città nei capoluoghi. Non scontata a sinistra anche la vittoria di Vincenzo Telesca a Potenza che ribalta il risultato del primo turno con il 64% dei voti. Centrosinistra vittorioso anche a Cremona ma di soli 191 voti. Dall'altro lato Fratelli d'Italia rivendica di aver strappato più comuni all'altra coalizione: 4 a 3, sottolinea il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli. "Avremmo ovviamente voluto vincere ovunque - osserva - ma il bilancio dei ballottaggi ha comunque per noi un saldo positivo". E anche la Lega, che domani nel consiglio federale discuterà anche del voto delle amministrative, con il numero due del partito Andrea Crippa parla di una vittoria leghista: "La Lega - sottolinea - amministra bene da sempre. Lo confermano gli ottimi risultati del Veneto, le conquiste in Piemonte come quella di Vercelli, e la vittoria di Lecce in Puglia. Non possiamo che andare avanti con ancora più forza, lavorando per il benessere dei territori". "La nostra coalizione da oggi ha più sindaci negli ottomila comuni d'Italia", dice anche il capogruppo azzurro Maurizio Gasparri. Se si considera anche l'esito del primo turno, sui 29 Comuni capoluogo al voto, 17 vanno al centrosinistra, 10 al centrodestra e 2 a candidati civici.

 

Ilaria Salis: "Non sarò l'anti-Vannacci. Svilente ridurre la politica a un talk show"
Perché l’hanno votata? "In molti per la questione della mia carcerazione e per sostenere i diritti dei detenuti. Altri per la voglia di portare sulla scena politica qualcosa che provenisse dal basso, perciò manterrò i legami coi movimenti. Porterò tutte quelle esperienze con me a Bruxelles. Attraverso proposte di legge, mozioni e gli altri strumenti degli europarlamentari. Mi batterò per la difesa dei detenuti, del lavoro precario, dei migranti per i quali ci dobbiamo assumere la responsabilità storica dei morti in mare, e del diritto alla casa". Così Ilaria Salis in una intervista a Repubblica.

È lei l’anti-Vannacci? "Non sono l’anti di nessuno. Trovo svilente ridurre la politica a un talk show. Non mi interessa diventare un personaggio". La criticano per l’occupazione di un alloggio popolare a Milano. Lei ci ha vissuto o no? "La famosa casa dello scandalo… la polizia mi ha trovato lì nel 2008, quando avevo 24 anni. Oggi ne ho 40. Da allora non sono più andati a fare verifiche per vedere chi ci abitasse, però l’Aler mi contesta lo stesso un debito di 90 mila euro", continua ancora Salis e aggiunge: "Prendiamo Milano, 12.000 appartamenti popolari sfitti e 10.000 nuclei familiari in lista di attesa. I movimenti per la casa non tolgono niente a nessuno, cercano di risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono".