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1 agosto, 2025Secondo il Guardian, le autorità di Tel Aviv avrebbero approvato consapevolmente l'ingresso nel Striscia di un totale di forniture di gran lunga inferiore al reale fabbisogno alimentare degli abitanti
Il controllo delle entrare di cibo e aiuti umanitari nella Striscia di Gaza è la tattica usata da Israele per affamare "in modo calcolato" la popolazione palestinese chiusa nell'enclave. A dirlo è l'inchiesta pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian, che titola in maniera emblematica: "La matematica della fame: come Israele ha causato una carestia a Gaza". Accompagnata da una foto ancora più emblematica: quella di un bambino, scarno, denutrito, con la polvere delle macerie tra i capelli e uno sguardo spento, arreso.

Secondo il giornale, le autorità israeliane avrebbero calcolato quante calorie siano necessarie ai palestinesi per sopravvivere, basando su questo dato tempi e modi per far entrare forniture nella Striscia, in modo da potersi assicurare che fossero nettamente inferiori al fabbisogno alimentare. Un'ipotesi (e un'accusa) corroborata da diverse prove, secondo il The Guardian: vengono citati dati internazionali, provenienti da Ong e dallo stesso Stato ebraico, a partire da quelli di Cogat, l'agenzia israeliana che ancora controlla le spedizioni di aiuti a Gaza. Fra marzo e giugno, spiega il quotidiano, è stato consentito l'ingresso nel territorio di sole 56.000 tonnellate di cibo, meno di un quarto del fabbisogno minimo della Striscia per quel periodo.
La fame era inevitabile. Anche se tutto fosse andato come annunciato, anche se ogni sacco di farina delle Nazioni Unite disponibile fosse stato raccolto e distribuito, anche se la (controversa) Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) avesse sviluppato sistemi sicuri per la consegna del cibo, la grave crisi umanitaria attualmente in corso non si sarebbe comunque potuta evitare.
Si tratta di un approccio, stando a quanto ha ricostruito il The Guardian, che va avanti da decenni. Già nel 2006 uno stretto collaboratore dell'allora primo ministro, Ehud Olmert, aveva affermato che "l'idea è quella di mettere a dieta i palestinesi, ma non di farli morire di fame". Due anni dopo, spiega il quotidiano britannico, un tribunale israeliano ordinò la pubblicazione dei documenti che mostravano i dettagli di quei "macabri calcoli".
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