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5 settembre, 2025Il Cremlino: "Qualsiasi forza occidentale sarà bersaglio legittimo". Meloni ribadisce il no italiano allo schieramento di propri militari sul terreno. E Trump fa pressioni sull'Ue: "Basta comprare petrolio russo"
“Sul suolo, in mare o nell’aria”. La coalizione dei Volonterosi, riunita ieri — 5 settembre — a Parigi alla corte di Emmanuel Macron, ha trovato un accordo di massima per dare all’Ucraina quelle garanzie di sicurezza chieste da Volodomyr Zelensky per un futuro dopoguerra. Ma, ed è questo il nodo più spinoso, da mettere in campo una volta che la guerra sarà terminata o, per lo meno, congelata. E a oggi questa prospettiva è ancora abbastanza lontana.
In ogni caso, il leader ucraino ha salutato con favore il passo in avanti deciso nella capitale francese: “Ventisei Paesi hanno concordato di fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina. Credo che quello di oggi sia un primo passo concreto di grande importanza”, ha detto Zelensky. Il punto, ha aggiunto Macron, è che “il giorno stesso in cui i combattimenti dovessero cessare, noi siamo pronti a intervenire”.
Questo vuol dire che tutti e 26 i Paesi schiereranno proprie truppe sul terreno? Se è vero per Francia, Regno Unito e Paesi baltici, lo stesso non si può dire per Polonia, Germania e Italia, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni — che ha partecipato da remoto, l’Italia era rappresentata dal consigliere diplomatico, Fabrizio Saggio — che ha subito sottolineato come il nostro Paese non invierà propri militari in Ucraina ma che, al massimo, addestrerà le forze di Kiev ma al di fuori dei confini. E infatti, dopo una richiesta di precisazione Macron ha chiarito che “questi tre Paesi fanno parte dei 26, ma ciascuno avrà le sue modalità di intervento. Alcuni dispiegheranno truppe sul terreno in Ucraina, altri metteranno a disposizione le loro basi e resteranno nei confini nei Paesi membri della Nato”.
Oggi, puntuale, è arrivata la risposta del Cremlino, con il solito portavoce, Dmitri Peskov, che ha affermato che “il tentativo della Nato di trovare una via d'accesso all'Ucraina rappresenta una minaccia per il nostro Paese”, parlando esplicitamente di “minaccia ai confini”. “È una minaccia per noi — ha aggiunto Peskov — perché la Nato considera la Russia un nemico, come si chiarisce nei suoi documenti. Non possiamo permettere che ciò accada. E faremo tutto il necessario per garantire la nostra sicurezza”. Per Vladimir Putin, invece, qualsiasi forza occidentale in Ucraina sarà considerata “bersaglio legittimo”. “Se qualsiasi forza metterà piede lì, soprattutto ora che sono in corso i combattimenti — ha detto il presidente russo parlando dal Forum economico orientale in corso a Vladivostok —partiremo dal principio che saranno bersagli legittimi”.
A fine summit, I 26 si sono collegati telefonicamente con Donald Trump che si è detto pronto a fare la sua parte per garantire la sicurezza ucraina nel dopoguerra pur non aprendo all’invio di truppe americane sul terreno. L’inquilino della Casa Bianca, poi, si è scagliato contro l’Europa perché acquista ancora “petrolio russo” e dunque dovrebbe fare di più per aumentare le pressioni su Mosca. Anche se, a dire il vero, nel Vecchio Continente solo Ungheria e Slovacchia stanno continuando a comprare greggio dalla Russia.
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