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16 settembre, 2025Il presidente Usa ha annunciato sul social network Truth di avere citato in giudizio il quotidiano newyorkese, “uno dei giornali peggiori e degenerati della storia del nostro paese”
Una causa per diffamazione e per calunnia contro il New York Times da 15 miliardi di dollari avviata “nel Grande Stato della Florida”. È l’ultimo annuncio fatto su Truth da Donald Trump che ha definito il quotidiano “un vero e proprio portavoce del Partito democratico di sinistra radicale”, nonché “uno dei giornali peggiori e più degenerati del nostro Paese”.
Secondo il tycoon, il celebre quotidiano “ha mentito per decenni sul vostro presidente preferito (IO!), sulla mia famiglia, sulla mia attività, sul movimento America First, sul Maga e sulla nostra Nazione nel suo complesso”. Con il tono di sfida a cui ha abituato i suoi elettori - ma senza aggiungere ulteriori dettagli sulla causa - Trump ha poi concluso che “al Times è stato permesso di mentire, diffamare e calunniare liberamente per troppo tempo, e questo finisce ORA! Rendiamo l’America di nuovo grande!”.
I giornalisti nel mirino
L’annuncio di Trump arriva dopo le minacce fatte a giugno di citare in giudizio il New York Times (e la Cnn) per aver divulgato i report preliminari dell’intelligence sui raid dell’esercito statunitense ai siti nucleari iraniani, che non avevano portato ai risultati attesi dall’amministrazione. Era stata inviata una lettera alla direzione del giornale, con la richiesta di “ritrattare e di chiedere scusa” per un “pezzo” definito “falso, diffamatorio e antipatriottico”.
A luglio, nel mirino ci erano finiti i giornalisti del Wall Street Journal, da cui Trump aveva rivendicato 10 miliardi di dollari, per la pubblicazione di un articolo che individuava proprio nel presidente l’autore di una lettera indirizzata al finanziere condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori Jeffrey Epstein.
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