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1 ottobre, 2025Dopo una notte ad alta tensione, con navi e sommergibili di Tel Aviv intorno alle imbarcazioni umanitarie, continua la missione. La nave Alpino della Marina si ferma a 150 miglia dopo l'ultimo alert. In Italia è incognite piazze nel caso in cui la Flotilla venga attaccata o i membri arrestati
La prua resta fissa verso Gaza. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: forzare il blocco israeliano. Le 43 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla si trovano già “nella zona ad alto rischio”, a circa 120 miglia nautiche dalle coste della Striscia, vicino all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e attaccate. Con questo ritmo mancherebbero circa più o meno 26 ore per sbarcare nell’enclave palestinese. Ma, verosimilmente, le forze israeliane entreranno in azione prima. Con modalità, però, ancora tutte da chiarire. Intanto in mattinata, una nave della Marina israeliana è salpata dal porto di Ashdod e potrebbe arrivare in area critica e incrociare la Flotilla attorno alle 15.
"Quella nave là in fondo è Israele. Laggiù c'è un governo genocida; da questa parte c'è chi disarmato porta aiuti. Secondo la nostra premier sono quelli che stanno facendo questo video che mettono a rischio la pace", scrive su Facebook il capogruppo del M5S alla Camera Riccardo Ricciardi postando la foto di una nave all'orizzonte scattata dal collega Marco Croatti a bordo della dalla Flotilla.
Una notte ad alta tensione
Quella appena passata è stata già una notte ad alta tensione, con alcune navi non identificate — presumibilmente, della marina israeliana — che hanno accerchiato la barca di testa della Flotilla, l’Alma, per sei minuti. “Abbiamo avuto una notte insonne, abbiamo avuto una visita dall'Iof (Forze d’occupazione Israele, ndr) — racconta un attivista tedesco in un video postato su X —. Sono venuti con una grande nave militare e altri motoscafi più piccoli, sono venuti molto vicini alle nostre imbarcazioni e a tratti hanno paralizzato i nostri sistemi di comunicazione e poi se ne sono andati”.
"Cercano di logorarci"
Lungo la rotta, al di là delle imbarcazioni, è stato avvistato anche un sommergibile israeliano in immersione. Samuel Rostol, altro attivista a bordo di una delle navi della flottiglia, ha raccontato ad Al Jazeera che quasi tutto l'equipaggio della sua nave ha trascorso la maggior parte della notte sveglio a causa di diversi motivi di disturbo che, a suo avviso, erano "ovviamente una tattica per cercare di logorarci”. Ma, ha aggiunto "le stiamo prendendo tutte con il sorriso”.
La Alpino della Marina italiana ha sospeso la navigazione a 150 miglia dalla costa
A 150 miglia da Gaza, la nave militare italiana — la Alpino — ha lanciato il suo ultimo alert e, come annunciato, ha sospeso la navigazione. Anche la Spagna, che ha mandato una fregata in zona per eventuali operazioni di soccorso, ha “fortemente” raccomandato ai membri della Gsf di non entrare nella zona di esclusione stabilita da Israele nelle acque antistanti Gaza, perché “farlo porrebbe a rischio severo la loro stessa incolumità”.
Il governo spagnolo ha evidenziato che la missione della Global Sumur “è encomiabile e legittima” ma che “la vita dei suoi componenti deve venire prima”. Un appello che suona simile a quello degli scorsi giorni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Finora rimandato al mittente dai membri della missione umanitaria, che continuano — a vele spiegate — il proprio viaggio. Anche se c’è chi, come la delegazione del Partito democratico, ha già annunciato che si fermerà quando arriverà l’alt israeliano.
Il governo preoccupato per eventuali tensioni di piazza
In Italia, le preoccupazioni del governo non sono solo per la situazione in mare ma anche per quello che potrebbe succedere nel Paese qualora l’esercito israeliano decidesse di forzare la mano. Ieri — 30 settembre — il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha convocato i prefetti e questori di Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna. In vista delle manifestazioni già programmate — come quella di sabato 4 ottobre nella capitale — ma anche in vista di possibili agitazioni che scatterebbero se dovesse succedere qualcosa alla Flotilla. Le agitazioni sono già state programmate: il giorno del blocco delle imbarcazioni della missione umanitaria sono già state convocate immediatamente alcune piazze — a Milano, in piazzale Loreto, e a Roma, al Colosseo — compreso lo sciopero generale nel giorno successivo, già proclamato da Usb e Cgil.
Meloni attacca la Flotilla: "Risparmiateci lezioni di morale"
Alla preoccupazione per le piazze si aggiunge, in Italia, lo scontro politico. Con Giorgia Meloni che ieri sera ha replicato alle accuse della Flotilla. "Leggo con stupore le parole della Flotilla che mi accusa di considerare 'un pericolo' civili disarmati e navi cariche di aiuti. La verità è semplice: quegli aiuti possono essere consegnati senza rischi attraverso i canali sicuri già predisposti. Insistere nel voler forzare un blocco navale significa rendersi - consapevolmente o meno - strumenti di chi vuole far saltare ogni possibilità di un cessate il fuoco”, ha scritto la presidente del Consiglio sui suoi canali social. "Perciò risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l’escalation. E non strumentalizzate la popolazione civile di Gaza se non vi interessa davvero il loro destino”. In un precedente messaggio, criticato dai membri della missione, Meloni aveva ipotizzato che la Global Sumud Flotilla potesse mettere a rischio il piano di pace proposto da Donald Trump.
Il ministro degli Esteri israeliano: "
Le parole di Meloni sono state fatte proprie anche dal ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar. "Si ascolti il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Gli Stati Uniti, Israele e i leader del Medio Oriente e di tutto il mondo stanno cercando di porre fine alla guerra. L'attenzione dovrebbe essere rivolta alla de-escalation, non all'orchestrazione di provocazioni, come quella della flottiglia Hamas-Sumud — ha scritto il capo della diplomazia di Tel Aviv su X —. Non è troppo tardi: ribadiamo l'appello del governo israeliano, del governo italiano e del Vaticano affinché trasferiscano pacificamente tutti gli aiuti attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione verso Gaza”.
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