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13 ottobre, 2025Migliaia di persone in piazza. In contemporanea, quasi duemila detenuti palestinesi sono stati scarcerati dalle carceri israeliane. Trump arrivato alla Knesset: "La guerra è finita". Netanyahu non va al vertice di Sharm el Sheik
Sono stati liberati tutti gli ostaggi ancora in vita in mano ad Hamas: i primi sette, poco prima delle 7:30 di oggi — 13 ottobre —; la seconda tranche, altri 13, sono stati da poco presi in carico dalla Croce Rossa e stanno tornando verso Israele.
“Il governo di Israele abbraccia i nostri ostaggi tornati al confine: Ahel Alon, Angrest Matan, Berman Gali, Berman Ziv,Gilboa-Dalal Guy, Mor Eitan, Miran Omri. Le loro famiglie sono state informate dalle autorità che si sono già ricongiunti con le nostre forze nella Striscia di Gaza e che faranno presto ritorno in territorio israeliano”, scriveva poco prima in una nota l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu.
In piazza degli ostaggi, allestita nella capitale israeliana da ormai da due anni e ora affollata da centinaia di persone, è stata intanto trasmessa sul maxischermo la telefonata di Matan Tsengauker alla madre, dopo che Hamas sta consentendo ad alcuni rapiti di chiamare le famiglie. “Matan, stai tornando a casa. State tutti tornando a casa. Grazie a Dio la guerra è finita. Stai tornando a casa. La mia vita ti aspetta", ha detto la madre Einav, che da due anni si batteva per la liberazione del figlio.
Intanto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atterrato all'aeroporto Ben Gurion accolto da Benjamin Netanyahu e da Isaac Herzog ed è in viaggio, insieme al premier israeliano, verso la Knesset, il Parlamento. "La guerra è finita", ha detto parlando con i giornalisti prima del suo discorso. "Questo per me è un grande onore. Un giorno grande e meraviglioso, un nuovo inizio"
Quasi in contemporanea — in ottemperanza alla prima fase del piano di pace tra Israele e Hamas — sono stati rilasciati dalle carceri israeliane i quasi duemila detenuti palestinesi (1.966, per la precisione) che sono sugli autobus in vista del loro rilascio.
Dopo che sembrava che Netanyahu potesse andare Sharm el Sheik per il summit in cui verrà apposta la firma sul piano di pace, è arrivato il dietrofront del premier israeliano che rimarrà nello Stato ebraico a causa dell'inizio della festività di Simchat Torah che inizia questa sera. Sarà presente, invece,il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, "per consolidare l'accordo di cessate il fuoco a Gaza e riaffermare il loro impegno a rispettarlo".
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