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3 ottobre, 2025Marco Croatti, Arturo Scotto, Annalisa Corrado e Benedetta Scuderi partiranno alle 10 con un volo di linea. I 470 membri della missione nel carcere di Ketziot sono stati sottoposti a un "approfondito processo di ispezione". La Marinet fermata dall'Idf
I primi membri della Global Sumud Flotilla a essere liberati sono i parlamentari italiani. L’annuncio arriva dal ministero degli Esteri, che informa che oggi alle 10 (ora italiana) verranno rimpatriati il senatore Marco Croatti (M5s), l’eurodeputata Annalisa Corrado (Pd), il deputato Arturo Scotto (Pd) e l’eurodeputata Benedetta Scuderi (Avs), che erano stati fermati mentre si avvicinavano alle coste di Gaza. Sono stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv e prenderanno un volo di linea assistiti dal personale dell’ambasciata.
“Ho parlato con i quattro parlamentari italiani rilasciati dalle autorità israeliane e gli altri attivisti italiani della Flotilla ad Ashdod, stanno tutti bene, non c'è stato alcun maltrattamento”, ha fatto sapere l’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari. “Le autorità italiane — ha aggiunto — si stanno adoperando per far rilasciare tutti gli altri italiani”.
Intanto, in attesa dell’espulsione, gli altri membri della missione umanitaria — tra loro dovrebbe esserci anche Paolo Romano, che non è parlamentare ma consigliere regionale lombardo del Pd — dovrebbero essere ancora nel carcere di Ketziot, in cui sono stati trasferiti dopo essere stati abbordati dalla Marina israeliana mentre cercavano di raggiungere le coste di Gaza. Il penitenziario di Ketziot è tristemente nodo a causa delle tante testimonianze di violenze e abusi sui detenuti palestinesi: chiuso nel 1995 dopo gli accordi di Oslo a causa delle denunce, venne riaperto nel 2002 per imprigionare le persone in protesta durante la Seconda Intifada.
Dal carcere di Ketziot, fa sapere il legale di uno dei membri della Sumud, i 473 componenti della missione sono stati trasferiti nel carcere di Sahoronim, nel deserto di Neghev, nel Sud di Israele.
I 470 attivisti — ma tra loro ci sono anche giornalisti e giuristi — sono stati processati dalle forze dell’ordine israeliane e, come afferma la polizia, sono stati sottoposti a un “approfondito processo di ispezione”. Per chi sceglierà l’espulsione volontaria, i tempi dovrebbero essere rapidi. Forse, potrebbero tornare già nella giornata di oggi.
Ma la Flotilla, fino a questa mattina, non era finita. Non solo perché dalla Sicilia sono in viaggio altre 11 imbarcazioni, e 45 sono salpate ieri — 2 ottobre — dalla Turchia. Ma anche perché una delle 43 barche della Sumud, la Marinette, continuava la sua navigazione verso Gaza. "Il mondo ha visto cosa succede quando dei civili sfidano un assedio. Eppure la Marinette continua a navigare", si legge sul profilo Instagram della Flotilla. "Conosce il destino delle sue sorelle in mare. Sa cosa l'aspetta. E si rifiuta di tornare indietro”. Intorno alle 10 (ora italiana) anche quest'ultima imbarcazione è stata abbordata e fermata dalla Marina israeliana.
Intanto, dopo le prese di posizione di alcuni leader mondiali (non della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni) nella notte anche l’Onu ha condannato gli arresti, in acque internazionali, effettuati dall’esercito israeliano. A chi gli chiedeva se il blitz israeliano potesse costituire una violazione del diritto internazionale, il portavoce Farhan Haq ha risposto: “Certamente. Riteniamo che le leggi applicabili alle acque internazionali debbano essere rispettate”.
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