Mondo
22 ottobre, 2025La presidente della Commissione europea scrive una lettera ai 27 Stati membri per esortarli ad accelerare i rimpatri e implementare accordi bilaterali con diversi Paesi extra-Ue. Anche con quelli che non rispettano il diritto umanitario
Prima del Consiglio europeo di domani, 23 ottobre, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen prepara il terreno inviando una lettera ai 27 Stati membri: "Vista la situazione politica e di sicurezza del Paese, dobbiamo mantenere una cooperazione stretta con le autorità libiche e continuare a fornire sostegno operativo, in particolare per le operazione di ricerca e salvataggio". In altri termini: i membri dell'Ue devono cooperare con i governi di Tripoli e Bengasi, nonostante le autorità del Paese siano accusate di collusione con bande criminali responsabili di traffici di migranti, torture, stupri e deportazioni.
"La Libia resta il luogo di partenza principale delle rotte del Mediterraneo Centrale e Orientale", scrive la stessa von der Leyen, motivo per cui il 20 ottobre la Commissione aveva incontrato i leader dei suoi due esecutivi, "per parlare di progressi e sfide della gestione della migrazione, dei rimpatri umanitari volontari, delle indagini, della lotta al traffico di migranti e della protezione dei rifugiati". Ma proprio per il modo in cui il Paese gestisce la questione della migrazione, la cooperazione che von der Leyen richiede all'Ue è delicata, se non rischiosa, per le tante accuse di crimini che si commettono nei centri di detenzione libici.
In calendario per domani è prevista anche una colazione a tema migrazione, prima dell'inizio del vertice, con alcuni tra quei leader europei che spingono su una gestione più severa della migrazione e sulle procedure di esternalizzazioni delle frontiere, sul modello Italia-Albania: tra gli altri, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche la premier danese Mette Frederiksen e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. D'altronde, il secondo mandato della presidente della Commissione è stato caratterizzato da un netto cambio di rotta sull'argomento: “Le pressioni accumulate nei confronti dell’Europa negli anni hanno messo sotto sforzo le risorse degli Stati membri” e dunque non è concesso abbassare la guardia sugli arrivi irregolari, secondo von der Leyen.
La lettera inviata agli Stati membri elenca una lunga serie di partenariati con Paesi extra-Ue, tra cui, appunto, la Libia, a cui Bruxelles continua a fornire assistenza e fondi nonostante - tra le altre cose - "incidenti", come l'aggressione da parte della guardia costiera a una nave di soccorso umanitario dell’ong Sea Watch.
Ma nella lista degli accordi bilaterali da implementare appare il nome di un altro Paese "problematico": l'Afghanistan. L'esecutivo comunitario sta “lavorando per garantire il coordinamento a livello dell’Ue" per discutere i rimpatri degli afgani respinti dalle procedure d’asilo, nonostante le gravissime violazioni dei diritti umani commesse nel Paese da quando i talebani sono tornati al potere nel 2021. Ma, nonostante ciò, diversi Stati membri sono già in fase avanzata dei negoziati con Kabul.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Medici Zombie - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 17 ottobre, è disponibile in edicola e in app



