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6 ottobre, 2025Tra i membri della missione che verranno rimpatriati ci dovrebbe essere anche Greta Thunberg, che sarebbe stata costretta a baciare la bandiera israeliana. Ai fermati, denunciano i legali, sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita
Verranno espulsi oggi — 6 ottobre — gli ultimi 170 membri della Global Sumud Flotilla ancora detenuti in Israele. Il servizio penitenziario israeliano ha informato ieri sera gli avvocati di Adalah dell’intenzione di far partire i membri della missione umanitaria senza però fornire dettagli su nomi, nazionalità o destinazioni. I numeri sono discordanti, perché secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche a France Press gli attivisti che saranno liberati sarebbero 78. Tra questi, ci dovrebbe essere anche Greta Thunberg.
E oggi lasceranno Israele anche gli ultimi italiani ancora in stato di fermo nello Stato ebraico: tutti e 15 partiranno intorno alle 16 con un voto charter dall’aeroporto di Tel Aviv e sfacendo scalo ad Atene, dopo gli arrivi di sabato notte degli altri 26 italiani. Tra loro, ci dovrebbe essere anche Tony La Piccirella, che fa parte del gruppo che avrebbe rifiutato la procedura accelerata di espulsione e optato per aspettare la pronuncia dei tribunali speciali.
Intanto gli attivisti e i loro legali continuano a denunciare i trattamenti e gli abusi subiti nelle carceri israeliane. Tel Aviv ha smentito la ricostruzione — una “provocazione” — secondo cui Greta Thunberg sarebbe stata afferrata dai capelli e costretta a baciare la bandiera israeliana. “Greta e i suoi amici sono al sicuro e in buona salute”, ha scritto su X il ministero degli Esteri israeliano. Ma secondo le testimonianze raccolte dagli avvocati di Adalah negli ultimi due giorni, ai fermati sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita. Diversi — aggiungono — hanno riferito di essere stati interrogati da personale non identificato e altri hanno denunciato maltrattamenti e abusi da parte delle guardie carcerarie.
Qualcuno ha riportato ferite alle mani, "altri - hanno sottolineato - sono stati bendati e ammanettati per periodi prolungati. Una donna ha riferito di essere stata costretta a togliersi l'hijab e di aver ricevuto solo una camicia in sostituzione, mentre altri hanno denunciato restrizioni nell'esecuzione delle preghiere”.
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