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9 ottobre, 2025Il ministro dell'estrema destra contro Netanyahu: “Non possiamo votare a favore dell’accordo. Felicità per il rilascio degli ostaggi ma paura per il rilascio dei terroristi di domani”
Dopo due anni e più di 67 mila morti, l’adesione al piano della Casa Bianca in patria fa sembrare Netanyahu una colomba, in confronto ai ministri dell'estrema destra che sorreggono il suo governo. Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir si dividono fra il diktat presidenziale dello scorso lunedì di astenersi da dichiarazioni pubbliche nelle fasi calde della trattativa con Hamas e il malcontento che monta nella destra messianica.
Nonostante il silenzio imposto da Netanyahu, qualcosa era comunque filtrato con Smotrich che recentemente aveva definito il piano di Trump un “clamoroso fallimento diplomatico”, e Ben Gvir che aveva minacciato di lasciare il governo in caso di approvazione della bozza di Trump. Dopo l’accordo preliminare raggiunto nella notte il ministro delle Finanze è tornato a parlare.
“C’è un’enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti ma non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell'accordo - ha commentato Smotrich -. C’è una paura immensa delle conseguenze dello svuotare le prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno il possibile per proseguire gli sforzi per versare sangue degli ebrei nei fiumi”.
Termini biblici per parlare all’oltranzismo religioso della propria base (i fiumi di sangue nella Bibbia sono sia nell’Apocalisse che nell’Esodo) e sintassi che mantiene il livello minimo di diplomazia per non aprire una crisi di governo mentre manda un avvertimento forte a Netanyahu.
La tregua a Gaza ne apre un’altra, armatissima, fra i ranghi della maggioranza. Il leader del Likud incassa un sostegno condizionato basato sul rilascio degli ostaggi – il voto contrario dei Sionisti Religiosi non dovrebbe impedire l’approvazione del piano – mentre Smotrich detta le proprie condizioni: "Subito dopo il ritorno degli ostaggi, lo Stato di Israele riprenderà a impegnarsi con tutte le sue forze per la vera eradicazione di Hamas e il vero disarmo di Gaza, in modo che non rappresenti più una minaccia”.
I termini sono volutamente aperti, non è chiaro come “l’eradicazione di Hamas” verrà messa in pratica con un accordo in vigore, ma la postura scelta da Smotrich non lascia dubbi sul rifiuto della soluzione negoziale: “È fondamentale garantire che non si torni alle idee sbagliate del 6 ottobre e che non si diventi di nuovo dipendenti dalla calma artificiale, dagli abbracci diplomatici e dalle cerimonie sorridenti, ipotecando il futuro e pagando prezzi orribili".
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