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9 ottobre, 2025Isabel Diaz Ayuso si oppone a stilare l'elenco dei medici che si oppongono all'interruzione di gravidanza, come vuole il governo. La scorsa settimana il premier ha proposto di inserire il diritto all'aborto in Costituzione
È scontro tra il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e la governatrice della Regione di Madrid Isabel Diaz Ayuso. Dell’ala più radicale del Partito popolare, ha affermato che non creerà un registro dei medici obiettori di coscienza come previsto dalla legge del 2023 che regola l'interruzione volontaria della gravidanza. La scorsa settimana Sanchez aveva inviato una lettera ai governatori di Aragona, Asturie, Baleari - e anche ad Ayuso - in cui dava loro tre mesi di tempo per adeguarsi alla disposizione.
Intervenendo all'Assemblea regionale giovedì, in risposta alla portavoce del partito di sinistra Más Madrid Manuela Bergerot, che le aveva chiesto di "rispettare la legge" e di presentare l'elenco degli oppositori, la governatrice di Madrid ha detto che "non creerà mai" quella che ha definito una "lista nera". "Andate altrove ad abortire!", ha affermato. La Governatrice, sempre rivolgendosi a Bergerot, ha affermato: “chiedi ai tuoi amici di Hamas, o del mondo musulmano, cosa pensano dell'aborto, dell'omosessualità o della transessualità. Lascio a te la parola”.
Il premier Sánchez è subito intervenuto rispondendo su X. "Questa era la libertà promessa da Ayuso. Ritornare ai viaggi clandestini a Londra. Al classismo e alla stigmatizzazione. Ritornare indietro di 50 anni. Non lo permetteremo", ha affermato il leader socialista, assicurando che il governo "utilizzerà tutti gli strumenti legali a sua disposizione per garantire che i diritti e la dignità delle donne siano rispettati, anche a Madrid". "Se necessario", ha avvertito, "ricorreremo alla Costituzione e alla Corte costituzionale"
La scorsa settimana, Sanchez ha annunciato la sua intenzione di presentare una proposta di riforma per includere il diritto all'aborto nella Costituzione, in modo da blindarlo. L'iniziativa è arrivata in risposta alla polemica scatenata da una mozione di Vox, sostenuta dal Partito popolare nel Consiglio comunale di Madrid, in cui si proponeva di introdurre l'obbligo di informare le donne che volessero abortire del rischio di una presunta "sindrome post-aborto" che non gode, però, di alcun fondamento scientifico.
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