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17 novembre, 2025Una scelta che è statistica ma anche fortemente politica: "l'obiettivo prioritario per il governo è quello di garantire che una forte crescita economica raggiunga tutti”
La salute di un Paese? Non è solo una questione di Pil. E ora la Spagna inserisce tra i parametri per misurare la salute economica anche indicatori di povertà e disuguaglianza. L’integrazione sarà adottata domani — 18 novembre — quando il Consiglio dei ministri adotterà il nuovo quadro macroeconomico con le previsioni più aggiornate fino al 2028. Una svolta che è insieme statistica e politica perché individua esplicitamente la riduzione delle disuguaglianze come “obiettivo prioritario per il governo, che è quello di garantire che una forte crescita economica raggiunga tutti”, come scrive El Pais. E che si somma a quanto già fatto su questo fronte, dall’aumento del salario minimo all’introduzione di un reddito minimo garantito.
Perché il Pil non basta
Il Prodotto interno lordo è un indicatore macroeconomico che quantifica il valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti da un Paese nell’arco di un anno. Si tratta quindi di una misura aggregata, utile per capire quanto un’economia stia crescendo o rallentando. Tuttavia, il Pil non ci dice nulla su chi benefici effettivamente di questa ricchezza: non distingue infatti tra fasce sociali, territori o categorie di reddito. Per comprendere come il valore prodotto venga ripartito è necessario ricorrere anche ad altri strumenti, come gli indici di disuguaglianza, che permettono di cogliere se la ricchezza è distribuita in maniera equilibrata o se tende a concentrarsi in una parte ristretta della popolazione.
Come va l'economia spagnola
L’economia spagnola è tra quelle che più crescono in Europa. Nel 2024, il suo Pil è aumentato del 3,5% (contro lo 0,7% di quello italiano), e nel terzo trimestre del 2025, secondo gli ultimi dati disponibili, il miglioramento su base annua è stato del 2,8%, dopo il 3,1% e il 3% rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre. E per quest’anno Madrid stima una crescita del 2,9% (contro lo 0,4% del nostro Paese, dati Ue).
Povertà e disuguaglianza in Spagna
Nonostante i dati record sull’occupazione, su altri fronti in Spagna c'è ancora molto da fare. Secondo Eurostat, nel 2024 era in stato di povertà il 13,6% della popolazione, con un peggioramento di oltre due punti percentuali rispetto al 2023 (nonostante il miglioramento rispetto al 17,7% toccato durante la pandemia). Il rischio povertà, poi, in Spagna interessa l’11% dei cittadini (il terzo dato peggiore in Europa, ma il migliore per Madrid negli ultimi dieci anni).
Anche sul fronte delle disuguaglianze i numeri non sorridono. L’indice di Gini, che misura la distribuzione del reddito tra gli abitanti utilizzando una metodologia che assegna a ciascun Paese un valore compreso tra zero e 100 (zero corrisponde a una situazione in cui tutti i cittadini hanno lo stesso reddito e 100 a una sola persona che detiene tutti i redditi), attribuisce alla Spagna un valore di 31,2 nel 2024, che una disuguaglianza maggiore rispetto alla media dell'Eurozona e dell’Unione europea nel suo complesso.
L'appello di 500 economisti
Se si vuole concretamente combattere la disuguaglianza — questa la tesi del governo spagnolo — bisogna iniziare a misurarla metodicamente. Con questo obiettivo, 500 economisti hanno firmato una lettera aperta per chiedere ai leader mondiali di sviluppare un indicatore specifico, sulla falsa riga di quelli utilizzati per la lotta al cambiamento climatico. Trai firmatari ci sono l’ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ma anche Thomas Piketty e Gabriel Zucman. Questo appello fa eco alle raccomandazioni del recente rapporto del G20 sulla disuguaglianza mondiale, con l'obiettivo di dare priorità a questa problematica anche a livello globale.
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