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3 novembre, 2025Domani si vota nella Grande Mela, con il candidato socialista e musulmano favorito nei sondaggi e che punta a diventare il primo cittadino newyorkese più giovane della storia. Il presidente Usa minaccia (ancora) di tagliare i fondi
Domani, martedì 4 novembre 2025, i cittadini di New York eleggeranno il loro nuovo sindaco, con i seggi aperti dalle 6 alle 21 ora locale. In questi giorni è stato già possibile votare tramite il metodo dell’early voting (voto anticipato), utilizzato da più di 700mila newyorkesi.
Gli occhi sono tutti puntati sul 34enne democratico socialista (e musulmano) Zohran Mamdani, già deputato dell’assemblea del Queens, in una sfida contro l’ex governatore democratico, che corre come indipendente, Andrew Cuomo e l’outsider repubblicano Curtis Silwa.
Nella giornata di sabato, dopo essersi recato per un comizio ad East Harlem, quartiere a maggioranza nera e latina della Grande Mela, Mamdani ha ricevuto una chiamata dall’ex presidente Barack Obama, il quale ha elogiato la sua campagna, definita “quasi senza errori”, offrendosi da "cassa di risonanza" nel caso in cui vincesse le elezioni.
La telefonata, privata e durata circa 30 minuti, è stata riportata dal New York Times, che ha citato fonti vice a Mamdani. I due avrebbero parlato delle sfide legate alla nuova amministrazione e alla creazione di un apparato in grado di realizzare il programma di Mamdani per l'accessibilità economica della città, dagli autobus urbani gratuiti, all'assistenza pubblica per l'infanzia, al salario minimo di 30 dollari entro il 2030. "È stato impressionante seguire la sua campagna", avrebbe detto l'ex presidente Usa. Non si è trattato propriamente di un endorsement (che Obama, da quando ha lasciato la presidenza nel 2016, ha sempre evitato in occasione di elezioni comunali), tuttavia il suo appoggio appare decisivo data l’importanza che riveste ancora all’interno dell’establishment democratico.
In ogni caso, Mamdani gode del forte sostegno dell’ala progressista del Partito democratico, quella di Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez. “Il mondo intero ha gli occhi puntati su ciò che accadrà qui” ha detto Sanders durante un comizio con il candidato sindaco, sottolineando l’importanza di queste elezioni. “Non stiamo vivendo un periodo normale. Queste elezioni si svolgono in un momento in cui abbiamo un presidente che ha concesso un trilione di dollari di sgravi fiscali all'1% più ricco”. Secondo Ocasio-Cortez, l’elezione di Mamdani significherebbe che “un messaggio progressista può vincere” contro una “presidenza autoritaria e criminale alimentata dalla corruzione e dal fanatismo”.
E dalla stessa presidenza non sono mancati i rinnovati attacchi contro il candidato sindaco. Domenica, il presidente Donald Trump ha minacciato di nuovo il taglio dei fondi federali. "Sarà difficile per me, come presidente, dare un sacco di soldi a New York" ha detto nel corso di un’intervista a 60 Minutes. “Perché se hai un comunista a governare New York, tutto ciò che fai è sprecare i soldi che ci mandi”.
Il taglio ai finanziamenti avrebbe un impatto decisamente negativo sull’amministrazione newyorkese, dato che i sussidi federali servono a finanziare, per esempio, gli ospedali pubblici, il sistema di trasporto pubblico, la sicurezza pubblica, l'istruzione. Si tratta dell’ennesima ingerenza in un’elezione locale da parte di Trump, che continua ad usare il taglio dei fondi federali, fondi pubblici, come minaccia. Una tattica di polarizzazione dell’elettorato basata su affermazioni propagandistiche, in questo caso contro un fantomatico “pericolo rosso”.
Non solo il taglio dei finanziamenti. Trump ha minacciato anche l’invio degli agenti della Guardia nazionale e dell’anti-immigrazione Ice, metodi già usati contro altri governatori democratici a lui avversi. Dei deterrenti, insomma, utilizzati anche come avvertimento a chi volesse imitare Mamdani.
Ma l’elettorato non sembra spaventato dalle parole di Trump, e Mamdani rimane in vantaggio secondo tutti i principali sondaggi, riflesso di una voglia di cambiamento all’interno del partito democratico stesso e di un potenziale ringiovanimento della sua leadership. Rimane solo da vedere come il probabile nuovo sindaco della città più popolosa d’America riuscirà a tenere testa ad un presidente sempre più violento, nei toni e nei metodi.
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