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10 dicembre, 2025Il numero uno del calcio mondiale è accusato di violare il dovere di neutralità. Sotto la lente, la sua "special relationship" con il presidente degli Stati Uniti
Per il presidente della Fifa Gianni Infantino, la “special relationship” con Donald Trump potrebbe essere una grana. Un rapporto stretto, quello tra i due, che risale almeno al 2018 quando, durante il primo mandato di Trump, l’attuale numero uno del calcio mondiale si presentò nello Studio Ovale e regalò al presidente Usa due cartellini - uno giallo e uno rosso - che il tycoon finse di usare contro i giornalisti.
Ora Infantino è stato denunciato di fronte al comitato etico della Fifa da FairSquare, organizzazione impegnata nella tutela dei diritti umani. Al centro della denuncia, i post di esplicito apprezzamento a Trump fino al recente premio per la pace consegnato al presidente americano - una timida consolazione rispetto al Nobel sfumato - nel corso della cerimonia di sorteggi che si è tenuta a Washington venerdì 5 dicembre. Il gesto, secondo FairSquare, potrebbe costituire una violazione del regolamento e il suo dovere di neutralità. Potrebbero essere contestate, come esplicitato dall’organizzazione, “almeno quattro chiare violazioni delle regole di neutralità della Fifa stessa”.
“L’assegnazione di un premio di questa natura a un leader politico in carica è di per sé una chiara violazione del dovere di neutralità della Fifa - scrive FairSquare nella denuncia -. Il presidente della Fifa non ha l’autorità di dettare unilateralmente la missione, la direzione strategica, le politiche e i valori dell’organizzazione”.
“Questa denuncia riguarda molto più del semplice sostegno di Infantino all’agenda politica del presidente Donald Trump – dice invece Nicholas McGeehan, direttore di FairSquare –. Più in generale riguarda il modo in cui l’assurda struttura di governance della Fifa ha permesso a Gianni Infantino di violare apertamente le regole dell’organizzazione e di agire in modo pericoloso e contrario agli interessi dello sport più popolare al mondo”.
Un ultimo episodio “singolare” (non allegato alla denuncia ma che dice molto del rapporto tra Infantino e Trump): il presidente della Fifa era presente al vertice di Sharm el Sheikh, in Egitto, mentre decine di leader internazionali discutevano del futuro di Gaza. Infantino era l’unico a non essere né capo di Stato né di governo né tantomeno un diplomatico. Cosa ci facesse lì è ancora in gran parte un mistero. Sicuramente, è stata un’altra occasione per farsi fotografare accanto a Trump.
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