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11 dicembre, 2025Vento e piogge forti si stanno abbattendo sulla Striscia, aggravando ulteriormente una situazione già precaria. I 750 campi profughi i luoghi più a rischio (ma l'Idf continua a bloccare i camion con le case mobili)
Il cessate il fuoco, a Gaza, non equivale alla pace. Non solo quella militare - che, nella Striscia non esiste, considerato che i morti dalla tregua firmata lo scorso ottobre sono oltre 300 - ma anche e soprattutto umanitaria, con una disgrazia dopo l’altra che si abbatte sull’enclave palestinese. Ora la popolazione civile è alle prese con la tempesta Byron, con piogge e forti venti che si stanno abbattendo su un’area dove vivono migliaia di sfollati in tende fatiscenti, dove le fognature sono inesistenti e dove la raccolta dei rifiuti è interrotta.
I timori sono così elevati che l’Idf ha permesso ai propri soldati di stanza nel Sud di Israele di tornare a casa e ai residenti di stare all’erta. Ma a qualche chilometro centinaia di migliaia di persone abitano in rifugi di fortuna, con piogge e fango - com’è accaduto anche qualche settimana fa - che potrebbero aggravare una situazione già precaria.
I dati più aggiornati diffusi dalle Nazioni Unite descrivono plasticamente la situazione nella Striscia. Oltre l’80% degli edifici a Gaza - di cui 320 mila abitazioni - sono distrutti o gravemente danneggiati e circa 850 mila palestinesi vivono in oltre 750 campi profughi, i luoghi in cui il rischio inondazioni è più alto.
A questa situazione già fortemente precaria si somma l’ostruzionismo israeliano che, dall’inizio della tregua, non autorizza l’ingresso di nuove tende e di case mobili per fronteggiare l’emergenza, violando così uno dei punti dell’accordo. Per dare un ordine di grandezza: sono seimila i camion pieni ma fermi fuori dai confini della Striscia.
È l'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a riferire che molte strade di Gaza sono allagate e le tende zuppe d'acqua. "A Gaza stanno cadendo piogge invernali, portando con sé nuove difficoltà. Le strade allagate e le tende bagnate rendono ancora più pericolose le condizioni di vita già difficili. Il freddo, il sovraffollamento e le condizioni igieniche precarie aumentano il rischio di malattie e infezioni", ha scritto l'Unrwa, sottolineando che "queste sofferenze potrebbero essere evitate grazie ad aiuti umanitari senza ostacoli, compreso il supporto medico e alloggi adeguati". "Ciò aiuterebbe le famiglie ad affrontare l'inverno in sicurezza e dignità", ha concluso l'agenzia Onu.
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