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17 dicembre, 2025Alla vigilia del Consiglio europeo, la partita degli asset russi è tutt'altro che chiusa. Il premier ungherese ha ribadito tutta la sua contrarietà: "La confisca sarebbe una dichiarazione di guerra. La Russia inevitabilmente risponderà"
Alla vigilia del Consiglio europeo, la partita dell’utilizzo dei beni russi confiscati è tutt’altro che chiusa. La questione - problematica - è quella che torna ogni volta che i 27 Stati europei si devono mettere d’accordo: l’unanimità. A frapporsi, oltre ad alcuni governi ancora molto scettici - tra cui quello italiano -, c’è il solito premier ungherese Viktor Orbán. Che non evoca solo il veto, ma arriva a minacciare di spostare le proprie riserve valutarie dal Belgio, dove gli asset russi sono conservati.
“Se questa decisione verrà presa, dovranno immediatamente presentare una proposta al governo su come dovremmo pensare alla collocazione sicura delle riserve valutarie ungheresi”, ha detto Orbán ai giornalisti in volo verso Bruxelles per il vertice dei capi di Stato e di governo europei. Secondo il primo ministro ungherese, la confisca degli asset russi congelati nell’Unione europea "non può essere interpretato in nessun altro modo se non come dichiarazione di guerra" e Mosca "inevitabilmente risponderà".
Orbán ha spiegato ai giornalisti di aver scritto alcune settimane fa Vladimir Putin: “Qualche settimana fa ho scritto una lettera al presidente russo, non so se sia stata resa pubblica, se ci sarà una risposta all'eventuale confisca degli asset russi da parte dell'Ue e se questa risposta terrà in considerazione le eventuali decisioni individuali degli Stati su come votare”.
Il premier ha quindi riferito il contenuto del riscontro ricevuto da Mosca: “La risposta che ho ricevuto è che ci sarà una forte reazione, con l'uso di tutti gli strumenti del diritto internazionale, e che questa terra' conto le posizioni dei singoli Stati". Da qui, ha aggiunto, la posizione di Budapest: "Quindi noi ungheresi ci siamo difesi e abbiamo chiarito che l'Ungheria non sosterrà la confisca delle riserve estere di nessun Paese, non solo della Russia. Non lo farà in nessuna circostanza”.
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