Mentre i leader europei sono stati riuniti da Macron all'Eliseo, la delegazione di Mosca avvia i colloqui con gli Stati Uniti a Riad, in Arabia Saudita

Hanno trascorso qualche ora a Parigi, dopo una convocazione lampo del presidente francese Emmanuel Macron. I leader dei Paesi europei, riuniti all'Eliseo, dovevano lanciare con urgenza un segnale. I colloqui tra Russia e Stati Uniti per la risoluzione del conflitto in Ucraina hanno subito un'accelerazione, con le rispettive delegazioni che si stanno per incontrare a Riad, in Arabia Saudita. E l'Europa pretende di avere voce nei negoziati, nonostante la resistenze di Mosca. "Gli europei non hanno perso la loro filosofia. Non so cosa dovrebbero fare al tavolo delle trattative. Se escogitano qualche idea astuta per congelare il conflitto e con le loro consuetudini, disposizioni e abitudini intendono continuare la guerra, allora perché invitarli lì?". A dichiararlo, mentre i leader europei si trovavano in Francia, è stato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Che ha aggiunto: "Non ci sarà nessuna concessione territoriale all'Ucraina". La Russia vuole dettare le condizioni per la pace, escludendo l'Europa dalla trattative. Il primo leader a replicare, all'uscita dal vertice di Parigi, è Olaf Scholz: "Siamo uniti nell'idea che l'Ucraina debba avere un esercito. È un principio non negoziabile". Il cancelliere tedesco sottolinea anche che "non può esserci una pace imposta che l'Ucraina deve accettare. Per noi è evidente che il Paese deve percorrere la sua strada nell'Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità ed essere nella condizione di mantenere un esercito forte. Tutto ciò non è negoziabile.