Gli europei? “Sono dei parassiti, lo sono stati per anni”. Donald Trump non condanna ma anzi rincara la dose e sposa le parole del suo vice, JD Vance: “Sono d’accordo con lui”. La storia è questa: negli scorsi giorni il direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, è stato aggiunto per sbaglio in una chat di gruppo sulla piattaforma Signal in cui alti funzionari dell’amministrazione statunitense discutevano dei piani di guerra contro gli Houti in Yemen. Nel gruppo, chiamato “Houti pc small group”, c’erano tutti i pezzi grossi dell’inner circle trumpiano, tra cui il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz, il capo della Cia John Ratcliffe, l’inviato speciale Steve Witkoff e, appunto, Vance. La colpa è ricaduta su Waltz, che si è assunto la “piena responsabilità” di quello che è a tutti gli effetti una delle sviste più clamorose nella storia recente americana, e ha aggiunto di aver chiesto aiuto a Elon Musk per “capire cosa è successo”.
Ma a finire al centro delle polemiche non è stata solo la leggerezza di aver condiviso con il direttore di un giornale piani così riservati (il raid sui ribelli yemeniti effettivamente poi c’è stato il 15 marzo), ma anche le parole del vicepresidente degli Stati Uniti che aveva scritto: “Odio soltanto dover salvare di nuovo l’Europa”. Tutto era partito da una riflessione su un dato: solo “il tre per cento del commercio statunitense passa attraverso Suez”, mentre da lì passano gran parte delle merci - “il 40 per cento” - che partono o arrivano in Europa. Per questo, in riferimento al coinvolgimento militare statunitense contro di Houti che ormai da anni minacciano le navi occidentali che entrano nel canale da Sud, Vance prosegue: “C’è un rischio reale che il pubblico non capisca l’azione o perché sia necessaria”. Per ora da parte di Trump è arrivata una difesa pubblica. Nei confronti di Vance, con cui si è apertamente schierato, ma anche nei confronti di Waltz, “una brava persona” che “ha imparato la lezione. Non sono state condivise - ha aggiunto il tycoon parlando con i giornalisti alla Casa Bianca - informazioni segrete e non ci sono stati danni”. Ma il problema rimane la legge, perché per l’Espionage Art rivelare informazioni sensibili che possono danneggiare gli Stati Uniti può essere un reato.